L’amministratore delegato del Lecce, intervistato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, pone l’accento su interessanti aspetti economico-finanziari della gestione del club.

A GENNAIO. “La forza di una società di calcio, come è regola anche in altri settori, si misura nel non invadere il campo altrui. Al mercato pensa Corvino. Io lo conosco bene e non ha bisogno di miei suggerimenti”.

I CONTI. “Il bilancio? Noi abbiamo fatto tutti gli sforzi possibili e immaginabili, grazie al presidente per primo e a Corvino. Ci sono i diritti televisivi, che comportano il pagamento del 10 percento, non solo il primo, ma per 3 anni. Per dire: se incassiamo 30 milioni di diritti, 3 milioni vanno versati durante l’anno. Abbiamo una società e una squadra che vanno avanti con le proprie gambe”.

DE PICCIOTTO. “De Picciotto parlava di debiti eccessivi? Sono fisiologici per una società di calcio. Una situazione gestibile, non in un anno, ma sicuramente in un triennio. Anche Roma non è stata fatta in un giorno. Noi abbiamo tranquillità finanziaria. Io capisco la posizione di De Picciotto, è un grande imprenditore”.

I DEBITI. “Quello che lui dice vale e giustamente nelle imprese ordinarie, non nel mondo del calcio, in cui c’è una struttura diversa. Lui ha preso questa decisione e il presidente Sticchi Damiani ha deciso di rilevare personalmente le quote. Per quanto riguarda i debiti fiscali noi, come tutte le altre società, dovremmo pagare il 16 dicembre tutto ciò che è stato rinviato causa Covid. Dovremmo adempiere e lo faremo senza problemi. E’ stata chiesta a livello di Lega Calcio una rateizzazione per evitare che si generino squilibri finanziari. Ripeto: vale per tutti. Per questo stiamo aspettando che s’insedi il nuovo governo. Il Lecce lo farà sicuramente ma se possiamo farlo gradualmente sarà meglio”.

I NUOVI SOCI.“Perse le tracce di Collardi, Picci e Sariaatmadja? Assolutamente no. Posso assicurare che non c’è settimana in cui via call non mi confronti con loro. Vogliono giustamente essere informati, danno consigli e sono presenti”.

LECCE INVESTE SUI GIOVANI. “E’ positivo. Se guardiamo il patrimonio tecnico del Lecce è fatto di giovani, a cifre molto basse. E questo rappresenta spesso e volentieri una ‘riserva occulta’ perché quel patrimonio tecnico, ora quantificato a poco, sarà magari valorizzato in futuro e darà soddisfazioni. Finché hai uno come Corvino, questo patrimonio di giovani non può che continuare a crescere”.