La storia dettagliata dell’appassionato di Linköping che ha percorso 3000 km per Lecce-Fiorentina: “Qui ormai mi sento a casa”.

Chi scrive ha conosciuto Pontus Bergdahl in un caldo pomeriggio dell’estate 2021, all’interno del Castello aragonese di Otranto. Incuriosito circa il perché un turista che si relazionava con la sua compagnia in una non precisata lingua nordica indossasse, ed anche con evidente fierezza, il berrettino del Lecce, dopo aver orgogliosamente condiviso la mia passione giallorossa con lui ci iniziai a chiacchierare (su temi intuibili), dapprima in inglese, poi subito in un italiano che, con sorpresa, constatai essere più che buono.

Ne nacque una bella amicizia fatta di condivisione interculturale e continui aggiornamenti sulle sorti della nostra squadra del cuore. In particolare sono stato ben contento di averlo aiutato, con tutte le info del caso, a realizzare il suo sogno: tornare nel Salento non più solo da turista estivo, ma per assistere ad una partita del suo amato Lecce. Sogno realizzato lo scorso lunedì, quando ci siamo ritrovati in Tribuna per Lecce-Fiorentina. Ha voluto condividere anche con voi la sua storia fatta di sfrenata passione e di emozioni di un certo tipo che solo l’amore per questi colori è in grado di dare.

“Tutto è nato dal mio mio primo approdo in vacanza nel Salento, per l’esattezza dieci anni fa, quando arrivai a Santa Cesarea Terme con la mia famiglia composta da moglie, due figli e dalla mia amata suocera. Mi sono subito innamorato di questa terra: da Lecce ad Otranto, da Santa Cesarea a Castro passando per Tricase e tutti i paesini dell’entroterra salentino. Ho così iniziato ad imparare l’italiano, passo dopo passo, così siamo tornati a Santa Cesarea ogni anno. Ormai abbiamo anche degli ottimi amici nella zona ed ogni anno diventa sempre meglio!”.

“Durante la vacanza del 2018 parlai con Gigi, edicolante di Santa Cesarea, che mi raccontò di come il Lecce fosse uscito dal purgatorio, o ancor meglio dall’inferno della Serie C. Era la prima volta che sentii parlare e venni a conoscenza di qualcosa riguardante il club giallorosso, così da agosto 2018 iniziai a seguire tutte le partite della squadra su interne. Di partita in partita mi appassionavo sempre di più al Lecce ed ai suoi calciatori, ed alla fine della stagione ho davvero sudato e poi pianto di gioia durante l’ultima partita contro lo Spezia. La stagione seguente ho finalmente potuto seguire in tv il campionato, quello del 2019/20, e stavolta il pianto è stato di dolore dopo la partita decisiva con il Genoa”.

“Una retrocessione che ho sempre ritenuto ingiusta. In fin dei conti, il Lecce aveva vinto a Napoli (ricordo ogni singolo suono della punizione strepitosa di capitan Mancosu), pareggiato contro Juventus (ancora Mancosu), Inter (sempre Mancosu) e Milan (come dimenticare il siluro di Calderoni e la gioia, sua e della squadra”. Nonostante ciò siamo retrocessi, ma ho imparato che se tifi Lecce devi essere pronto a soffrire. Devo dire che mi manca tanto soprattutto la squadra del 2018/19, con tanti calciatori di grande personalità come Tabanelli, Petriccione, Mancosu, La Mantia, Lucioni eccetera. Poi c’è stata la quasi risalita di due ani fa e la promozione, condita dalla salvezza della Primavera, di questa stagione che ci ha fatti tornare ad esultare. Sono inoltre molto contento ed orgoglioso di vedere scandinavi nella rosa giallorossa, come capitan Hjulmand o il mio connazionale Björkengren. Peccato che quest’ultimo non giochi ora”.

“Attualmente sono a Lecce e dopo un post pubblicato dopo la partenza da Stoccolma (Pontus viene invece da Linköping, città poco più grande di Lecce a 2 ore dalla capitale svedese, ndr) sono successe tantissime cose belle a catena. Non so ancora se stia sognando o se è la realtà. So solo che sono commosso dall’accoglienza che i tifosi salentini mi hanno riservato, sono sincero nel dire che qui mi sento totalmente a casa. Mia moglie, scherzando, mi dice di aver paura che io possa non ritornare in Svezia. Tante, tantissime cose belle sono successe in questi giorni salentini targati Lecce. Tutto totalmente inaspettato, voglio davvero ringraziare tutti quanti!”.