Federico Baschirotto ha incontrato gli alunni delle scuole elementari e medie di Nogara, dove è cresciuto.
L’abbraccio di Nogara per il suo calciatore di Serie A. Federico Baschirotto ha dialogato con i bambini delle scuole elementari e medie per raccontare il suo percorso. All’incontro hanno partecipato anche Giovanni Martes, rappresentante dell’associazione Amici del Salento di Verona, e Pio De Marco, vicepresidente di Nuclei Lecce.
I PRIMI PASSI. “Inizio da Nogara, dalla squadra del mio paese dove sono cresciuto. Ho preso la passione per il calcio dai miei fratelli, porto il numero 6 per loro e per la mia famiglia. Dieci anni fa ho iniziato la mia carriera calcistica a Nogara in promozione dove ero un ragazzo come tanti altri. Dopo metà anno ebbi il mio primo bivio, il Legnano chiese di me. Pensavo, qui avevo gli amici e la comodità, invece a Legnano sarei tornato la sera per poi studiare. Studiare è importante e io non ho mai saltato un anno. I miei genitori mi lasciavano scegliere e sono andato. A Legnago ho giocato qualche anno e dopo mi ha chiamato in C la Cremonese, era un trampolino di lancio dove feci un anno tra prima squadra e settore giovanile. La Cremo mi portò in prestito e dopo due anni ebbi la prima batosta”.
LO STOP. “A 14-15 anni provai col Chievo Verona, mi credevo già arrivato ma poi a fine anno mi lasciarono a casa. Ho vissuto la bocciatura a livello mentale, mi sembrava un sogno svanito, piangevo da solo in camera. Mi sentivo il mondo crollare addosso. I miei mi dicevano ‘non è successo niente’ ma per me era una batosta incredibile. Da lì mi fissai a dimostrare di essere più forte delle ingiustizie. Tanti addetti ai lavori mi criticavano, ma io ci credevo e mi vedevo sicuro di superare ogni ostacolo. Cito un aneddoto di una professoressa delle superiori e dico ai maestri di non tarpare le ali ai ragazzi”.
PASSI IN AVANTI. “La vita è fatta di sogni, è questa l’essenza della vita, raggiungere i sogni. Era la mia prof. d’inglese, io saltavo molte lezioni ma poi recuperavo. Lei mi diceva ‘arriva in A solo uno su mille’, io mi vedevo quell’uno, ce la potevo fare. Nel mio percorso mi trovavo da solo in cameretta a Cremona, fu il mio primo anno fuori casa in un convitto di preti, mi chiedevo chi me l’avesse fatta fare ma poi il giorno dopo la passione era grande e affrontavo i problemi. Anche se le abitudini di tutti i giorni non le avevo più la voglia di dimostrare di essere arrivato dal niente mi riempiva l’orgoglio. Chi mi ha supportato? In primis lo facevano i miei appunto lasciandomi scegliere e poi il mio procuratore. Siamo cresciuti insieme e mi parlava dopo le partite dimostrandoci che ci credeva”
BIVI. “Da Cremona sono stato a Seregno e in C non giocavo tanto. Lì mi criticavano e dopo due anni ero senza squadra. Il mio procuratore girava per trovare squadra e venivo scartato. Con la mia caparbietà, perché è vero che non ho talento, ho lavorato sempre sul mio corpo più degli altri. L’ossessione batte il talento e lo batterà sempre. Io ero ossessionato dal calcio e sono arrivato dove non pensavo di arrivare. Quando sono esploso in D ero a un bivio, le grandi della categoria mi davano tanti soldi ma in C anche se prendevo il minimo per vivere mi promettevano un percorso. Mio fratello mi consigliava di restare in D e dimostrai di potercela fare anche a lui. Volere è potere e io volevo davvero diventare un giocatore di calcio in A”.
CURA. “Per questo dico a voi di credere nei vostri sogni. A fine di quella stagione mi sono rotto il piede sinistro e stare out per soli due mesi non poteva esistere. Giocare ogni domenica era un’ossessione e ho stretto i denti con fasciature e infiltrazioni per raggiungere il mio sogno. Ciò successe tre anni e mezzo fa, mentre stavo esplodendo e prima di aver scelto la Serie C per puntare su me stesso indipendentemente dai soldi e dalle critiche. Volevo diventare quello che sono ora e ora alzo ancora l’asticella, ora ho altri sogni e questa è una motivazione che do a voi. Non accontentatevi, quando vi crederete arrivati sarà il momento che cadrete. Io sono il primo ad allenarmi, prendere cura del mio corpo, dormire bene, mangiare bene. Io devo sopperire al talento col lavoro”.
LO SPORT. “L’educazione motoria è fondamentale. Feci la mia forza sul lato fisico che oggi metto in campo e che uso per sopperire al talento. Mi alleno di più, conosco il mio corpo e mangio bene. E’ bello stare ai videogiochi ma stare fuori a fare allenamento aiuta a livello mentale oltre che fisico. Subire le batoste, perdere coi compagni e rialzarsi fa crescere di più che andare a lavorare in ufficio e tornare a casa. S’impara molto di più. Se avete la possibilità giocate, lo sport vi aiuta”.
Grandissimo BASCHI D’ASSALTO ,continua a gonfiare i muscoli ASCOLI NON DIMENTICA ,le migliori fortune a te ed al Lecce
federico un esempio per i giovani quando con ferrea volontà si vuole arrivare in alto❤️💛❤️💛
Federico Baschirotto uno di noi 💛❤️
Forza Federico, ti stimiamo sinceramente e confidiamo in te per i successi del Lecce
Marco Maggiore
Cerco di comprendere dove sta la sua “straordinarieta’”; pare abbia vinto il Pallone d’Oro.
Lo dice lui stesso, “non ho talento”, ma con il lavoro ho raggiunto l’obiettivo…
Campione vero…
Umiltà e sacrifici ti portano dove vuoi, lui é un campione in questo e lo stimo. Grande Baschi un vero campione💪🏻💛❤️
Un ragazzo d altri tempi che deve essere veramente un esempio per tutti i giovani
Che orgoglio averti con noi non puoi immaginare, sei nel Salento sei nel Lecce , ti porterà sicuramente bene , cresci con noi …..
Abbiamo trovato un vero atleta/calciatore, che fa’del suo corpo una presa di posizione per arrivare più in Alto possibile. Forza ragazzi 💛❤️ Forza grande Federico.
Questo ragazzo dovrebbe essere l’idolo dei giovani…💛❤💪🔝
Grande Federico! È un onore avere un giocatore come te che ci rappresenta!!!