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Bojinov e il suo passato alla Juventus: “Vlahovic e Milik devono essere un tutt’uno con la squadra”

L’attaccante bulgaro ha ricordato la sua parentesi juventina in un’intervista resa a Radio Bianconera. Queste le parole riportate da tmw.

IL MOMENTO. “Non posso commentare quello che sta succedendo internamente alla Juventus, perché non spetta a me il compito di giudicare. Da quello che leggo e vedo, però, posso dire che Allegri e i giocatori stanno gestendo bene la situazione sul campo. Questo è importante per il popolo bianconero e per i tifosi: spero possano continuare a fare bene, allenandosi, impegnandosi tanto da grandi professionisti quali sono e onorando la maglia bianconera. Spero che la Juve possa proseguire su questo trend, ricominciando bene, una volta che si riprenderà a fare sul serio. La Juve è una grande squadra. Ho avuto modo di poter giocare lì: so cosa significa essere un giocatore della Juve e cosa significa indossare questa maglia”.

VLAHOVIC E MILIK. “In questo periodo di sosta forzata per i Mondiale, Allegri non ha potuto contare su di loro e questo può essere un fattore, che va a scapito di questa soluzione: per giocare con due punte, bisogna avere i giocatori in questione sempre a disposizione. Quindi, ritengo sia molto importante l’assetto che c’è dietro le due punte e che viene dettato dal centrocampo e dalle ali. Inoltre, penso che i due attaccanti debbano essere un tutt’uno con la squadra anche in fase di non possesso: questi devono dare una mano al centrocampo. Tuttavia, giocare con due attaccanti è molto bello e, soprattutto, ci si può giocare, se si lavora coi concetti giusti. Questo lo affermo perché la Juve ha sempre giocato con due attaccanti, soprattutto con Lippi. In più, nella fattispecie, tutti e due sono giocatori diversi, anche se Dušan è un giocatore che arriva dalla Fiorentina: lì, la squadra giocava per lui. Giocare nella Juve non è facile: ognuno è un grande giocatore e ognuno guarda sé stesso e ognuno cerca di farsi notare attraverso i propri mezzi e le proprie qualità. Giocare nella Juventus ed essere l’attaccante della Fiorentina sono due cose completamente differenti. Alla Juve ci si deve adeguare un po’. Nonostante tutto, Dušan è un ragazzo umile e intelligente. Mi auguro che possa risolvere gli acciacchi fisici, che lo hanno colpito, perché è un giocatore fortissimo. Milik è un giocatore che ha fatto sempre bene sia nel Napoli che nell’Olympique Marsiglia. Non è un caso che sia alla Juve. Per me è un giocatore straordinario, in quanto è dotato di mezzi tecnici importanti e di una capacità di fare gol micidiale. In questo lui e Dušan hanno un punto in comune”.

I RICORDI.Quando sento esclamare la parola ‘peso’ o espressioni del tipo ‘giocare con la pressione addosso’ o ‘giocare con la maglia bianconera mi pesa per i tifosi’ non concordo assolutamente. Io alla Juve dico grazie per aver attraversato questi momenti. E li ho vissuti con grandi campioni come Buffon, Trezeguet, Del Piero, Camoranesi e Chiellini, che era giovane. Questi giocatori ti insegnano a capire che la tua principale responsabilità sta nel dare il massimo in campo sia in settimana che alla domenica. Questa responsabilità deriva dal fatto che indossi la maglia della Juve e hai tantissimi tifosi intorno a te, per cui devi essere un esempio. In quella stagione, noi siamo partiti da -19, poi hanno annullato la penalizzazione. L’obiettivo era riportare la Juve in Serie A e ricondurre la squadra alla vittoria del campionato e sapevamo che ogni pareggio o sconfitta non cambiava molto lo stato d’animo per il club: per la Juve esiste solo la vittoria. Io me ne sono accorto, quando ho messo piede per la prima volta nel centro sportivo a Vinovo: senti già l’aria che si respira. Ciò che conta è vincere. Questo era l’obiettivo che ci ponevamo noi giocatori, non pensavamo ad altro. Quello che succedeva dietro le quinte non era di nostra competenza”.

Il momento particolare in casa bianconera approfondito su TifoJuventus

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