Il 63enne argentino, a Lecce in questi giorni, prova a immaginare l’emozione che sentirà domenica nell’abbraccio collettivo che il Via del Mare gli tributerà prima di Lecce-Torino nell’intervista rilasciata al Nuovo Quotidiano di Puglia

RAPPORTO UNICO CON LECCE. “Non mi sono mai sentito il più forte calciatore della storia di questo club. Mi sono sempre considerato uno dei tanti professionisti che hanno avuto la fortuna di indossare la maglia giallorossa. Questo sì, mi ritengo un uomo fortunato perché, pur avendo giocato anche in Spagna, in Svizzera e nella mia Argentina, il rapporto che mi lega al Lecce e ai suoi tifosi è davvero unico e questo mi rende orgoglioso”.

IL RITORNO NEL SALENTO. “Straordinario, come sempre. E non è ancora finita considerato che resterò in città ancora fino a domenica prima di rientrare a Buenos Aires. La cosa che mi sorprende è ricevere tanti attestati di stima da parte di ragazzi che non mi hanno mai visto indossare la maglia del Lecce e che pure sono felici di fare una foto con me. Un tifoso l’altro giorno mi ha detto: “Io avevo 10 anni quando giocavi nella mia squadra del cuore e attraverso i racconti di mio padre ho capito che tu sei stato un calciatore speciale per il Lecce. Il più forte di tutti i tempi, di conseguenza per me sei un idolo”. Mi sono venuti i brividi, evidentemente alla mia età riesco ancora ad emozionare ed è bellissimo: non riesco a spiegare a parole le sensazioni che sto provando in questi giorni camminando in giro per la città, toccando con mano l’affetto che questa terra nutre ancora per me”.

DOMENICA A BORDO CAMPO PRIMA DI LECCE-TORINO. “Non mi faccia pensare a domenica per favore, altrimenti rischio di sentirmi male. Già al pensiero di poter riabbracciare i tifosi giallorossi provo una fortissima emozione. Penso che sarà uno dei momenti più belli della mia carriera, se non il più bello. Rivedere la Curva poi sarà un tuffo nel passato”.

L’INCONTRO CON BARONI. “Racconto un aneddoto molto gustoso. Sono arrivato in albergo in compagnia di un tifoso del Lecce e ad un certo punto abbiamo incrociato Marco. La persona che mi accompagnava gli ha chiesto di fare una foto e lui gentilmente si è reso disponibile. A quel punto, glielo ho chiesto pure io e Marco si è messo in posa: non mi aveva riconosciuto. Quando poi gli hanno detto: ‘Guarda, che al tuo fianco c’è Beto Barbas’ lui mi ha sollevato per la gioia dopodiché siamo andati a parlare di calcio in una saletta dell’hotel. E’ stato bello poterlo riabbracciare dopo tanti anni, sono contento per lui perché sta facendo un grandissimo lavoro alla guida del Lecce”.