La sconfitta di ieri non cancella la grande emozione vissuta nel pregara. Le due leggende del Lecce di fine anni Ottanta hanno ricevuto l’abbraccio del Via del Mare

Beto Barbas e Pedro Pablo Pasculli ancora insieme ad esultare sotto la Curva Nord. In una giornata con scampoli di primavera salentina, il tempo si è fermato prima del fischio d’inizio di Lecce-Torino. I più adulti hanno rivissuto vecchi fasti di uno stadio stracolmo, dal calore quasi argentino come i due protagonisti, per poi raccontare il mito ai più giovani. Pedro Pablo Pasculli, campione del mondo con l’Argentina nel 1986 da calciatore giallorosso, a Lecce ci è rimasto e ha costruito radici. L’uomo gol della prima squadra stupì l’intera Italia sportiva, per la prima volta edotta sul Salento e su Lecce, prima di allora città e terra lontana dai punti d’interesse di un’Italia che viaggiava a mille.

Con Pedro Pablo, nell’estate del 1985, dal Real Saragozza, arrivò Juan Alberto Barbas, detto Beto. “Beto, Beto, Beto, mina la bomba, mina la bomba”, così la Curva Nord acclamava l’argentino prima delle sue punizioni calciate con un mancino sopraffino. Barbas vive in Argentina e in questa settimana è tornato in Italia e nel Salento per partecipare a numerosi eventi che hanno permesso a molti di riaprire il libro della nostalgia. Al netto del calo della squadra di Baroni, compagno di Barbas e Pasculli nel Lecce di Mazzone, la visita della bandiera, a cui è dedicato anche un murales nella zona 167, è stata una celebrazione di due periodi in cui Lecce, il Lecce e il popolo giallorosso sparso nell’Italia intera sono una cosa sola.

Prima della partita, il presidente Saverio Sticchi Damiani e il vice Corrado Liguori hanno posato a bordo campo con le maglie celebrative. Barbas, casacca numero 8 alla mano, ha posato vicino al primo dirigente. Beto, di base a Buenos Aires, non tornava a Lecce da sette anni, Pasculli, sempre fedele alla maglia 9, abbracciato al vice. Poco dopo le foto di rito, i due hanno indossato subito la maglia per percorrere il giro d’onore nello stadio ormai pieno. Chi applaude, chi omaggia i due con la standing ovation, chi, in silenzio, rievoca ricordi di partite e battaglie indelebili. Una fu proprio Lecce-Torino del 25 giugno 1989, quando i giallorossi, in barba al tifo dell’Italia intera, mandarono in B il Torino.

La lettura della formazione del Lecce durante il giro d’onore ha un po’ snaturato una stretta che, scandita solo da applausi e cori spontanei, sarebbe stata ancor più unica. Nonostante tutto, l’appuntamento resterà meraviglioso. Barbas, dopo aver seguito la gara dalla tribuna, ha salutato la Curva Nord recandosi direttamente nel settore. Gli ultimi ululati del Via del Mare sono stati di tripudio nonostante la sconfitta. “Beto, Beto, Beto, mina la bomba, mina la bomba”, si è chiusa così una settimana di ricordi e sentimenti veri e puri.