
Nella conferenza stampa della vigilia della partita tra i campani e il Bologna, in programma domani alle 18, l’allenatore portoghese ha provato a guardare più in là
“Sono felicissimo di confrontarmi con un direttore sportivo super preparato, di spessore internazionale e con cui parlo ogni giorno. Nei sei anni in cui collaboravo con la federazione portoghese ho svolto diversi seminari e mi sono confrontato con personalità di un certo livello. Wenger disse che il lavoro di un allenatore ha un impatto decisivo sulla cultura di qualsiasi club. La mia preoccupazione è indirizzata a ciò che posso controllare. Metto la mia conoscenza a disposizione della società, del presidente, dell’amministratore delegato, sulla dirigenza e sui calciatori. Vogliamo dare orgoglio e felicità a una città passionale che, chissà, un giorno potrebbe arrivare a livelli internazionali”
Avere una persona del genere nel calcio è una fortuna, è merce rara. Questo è un progetto che è appena partito, eppure mette soldi dalle sue tasche per creare una base di lavoro che dia soddisfazioni, nel tempo, sotto tutti i punti di vista. Credo che vada ringraziato. Sono nel calcio da quando avevo 14 anni, lo sport per me è tutto e ha dato stabilità economica a me, alla mia famiglia, ai miei amici. Gli ho detto da subito che deve essere sempre più presente, è lui il nostro punto di riferimento. Sappiamo che ha tante cose da fare, ma è importante averlo al nostro fianco. Nella sua agenda la Salernitana avrà sempre un posto di rilievo. Cosa mi ha chiesto? Di salvarci. E non siamo ancora salvi. L’obiettivo non cambia”.
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