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Lepore sogna la sesta promozione in B con il Lecco: “Un campionato straordinario”

A 37 anni, l’ex capitano giallorosso resta sempre il ragazzo delle Case Magno. Nel girone A della Lega Pro, dominato dalla FeralpiSalò, è un punto fisso del Lecco, squadra che potrebbe chiudere al secondo posto per poi affrontare gli spareggi post-season

Franco Lepore ha sintetizzato le sue ambizioni in una lunga intervista concessa a LCN Sport: La mia carriera parla da sola e sono contento di questo. E ancora non è ancora finita perché c’è un altro traguardo da raggiungere. Ho vinto cinque campionati, quindi mi piacerebbe anche magari vincere un playoff, dopo i tentativi falliti con Lecce e, in anni più recenti, Triestina. Stiamo facendo qualcosa di straordinario perché nessuno pensava inizio dell’anno che potessimo essere lì anche a sognare di poter arrivare al primo posto. Quindi siamo felicissimi di quello che stiamo facendo. E ancora non è finita e in alcuni momenti abbiamo avuto degli infortuni tutti insieme””.

L’ambizione iniziale della squadra bluceleste, in B per l’ultima volta nel 1972/1973, era la permanenza in Lega Pro: “Conoscevo alcuni compagni di squadra, perché abbiamo giocato contro o comunque qualcuno ha giocato insieme a me come Galli e Girelli, sapevo di trovare una squadra competitiva con delle qualità. Poi, tra dire salvarsi all’ultima giornata, fare i play e giocarsi il primo posto ce ne passa. Io ero fiducioso”.

Lepore ha scelto il Lecco dopo il rilancio personale alla Pergolettese, squadra dove sbarcò da svincolato per poi contribuire alla salvezza: “Potevo rimanere lì al Pergo, ma comunque stuzzicava Lecco perché, incontrandola sempre da avversario, la piazza mi è sempre piaciuta e il calore della tifoseria mi è sempre piaciuto. Quindi avevo questo stimolo, questa curiosità. Me lo sono guadagnato questa chiamata. Perché? Perché mister Tacchinardi, prima dei due mesi alla Pergolettese, non lo conoscevo. Ho dimostrato sul campo che la sua chiamata me la sono guadagnata, perché ho fatto vedere sul campo quanto valgo. Col passare degli anni inizi a capire tante dinamiche e io ho capito che gli allenatori non si danno la zappa sui piedi da soli, ma fanno giocare quelli che meritano, quelle che secondo loro danno più garanzie e, quindi, se mi ha chiamato vuol dire che valgo qualcosa. Caturano? C’è stata la possibilità di ritrovarlo e ne sarei stato felicissimo come lui, poi è andata diversamente”.

Anche se ad agosto le primavere saranno 38, Checco preferisce pensare al presente: “Va per i 38 anni, sono consapevole di starci ancora e sono tranquillo, sereno, perché poi se voglio continuare l’occasione giusta la posso trovare. Qui mi trovo bene e parto da questo, quindi non c’è nessun problema. Però c’è da pensare al presente perché è quello che poi determina il futuro, anche se è giorno dopo giorno. Dimostro di stare bene, perché smettere o andare in categorie inferiori quando posso giocare ancora in Serie C, divertirmi e dare anche il mio contributo ai più giovani per aiutarli a crescere? Quindi cosa penso per il futuro? Nel calcio, ma anche addirittura lasciare proprio il calcio. Però mi piace pensare ad oggi, a quello che sto facendo oggi e poi vedremo“.

 

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