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Da uomo-promozione ad elemento d’esperienza e duttilità per la salvezza: Venuti a Lecce per una nuova partenza

Tre gol ed un salvataggio in rovesciata all’ultimo turno nella trionfale annata cadetta di Liverani. Ora è pronto a rinascere per la prima volta lontano da Firenze in via definitiva

I tifosi del Lecce lo ricordano bene e con grande affetto per essere stato uno dei protagonisti della promozione in Serie A del 2018/19, particolarmente sentita perché la prima dopo sette anni caratterizzati quasi interamente dall’inferno della Serie C. Per questo Lorenzo Venuti, ultimo arrivato alla corte di Roberto D’Aversa, al Via del Mare è uno di casa. Uno che non ha mai dimenticato il Salento e la sua gente venendo contraccambiato, ma il cui percorso e le cui caratteristiche vale la pena di rinfrescare.

Nato a Montevarchi in provincia di Arezzo il 12 aprile 1995, cresce qualche chilometro più a nord ad Incisa in Val d’Arno, provincia di Firenze. E per fare il salto dal paese d’origine alla città, ed in particolare dall’Ideal Club di Incisa all’amata Fiorentina, deve aspettare solo il compimento del nono anno d’età, dopo il quale entra nelle giovanili viola. Per dieci anni fa la trafila nel settore giovanile della casa madre e, quando ne ha 19, viene giudicato pronto per l’esordio da professionista, venendo mandato in presto al Pescara.

In Abruzzo però le cose non vanno bene a causa di un brutto infortunio che lo tiene lontano dal campo, ritrovato soltanto nel finale di stagione e con la Primavera del Delfino. Anno nuovo e nuovo tentativo, stavolta con tutt’altro esito in quel di Brescia: esordio tra i grandi e 27 presenze totali. Nel 2016/17 su di lui piomba l’ambizioso Benevento di Marco Baroni, che lo rende elemento imprescindibile della squadra che sorprende tutti ed ottiene il primo salto in A. Nella trionfale cavalcata cadetta Venuti gioca 40 match, raggiungendo in un sol colpo Serie A, rinnovo con la Fiorentina e prolungamento del prestito nel Sannio, stavolta nel massimo campionato. Anche nella sua prima annata di A va oltre i 30 gettoni (31 totali), ma la squadra non riesce pressoché mai a giocarsi la permanenza.

Così, per il quinto anno di fila, la Fiorentina sceglie di mandarlo in prestito. Probabilmente non è ancora pronto per la A e così a farsi sotto è nuovamente un ambizioso club cadetto, il Lecce. Meluso e Liverani lo convincono a sposare il loro progetto tecnico salentino. Giunto allo scadere del calciomercato estivo, è di fatto in secondo piano nella formazione tipo solo nelle prime quattro gare, in cui somma 18 minuti. Alla quinta giornata è titolare a Livorno, il Lecce domina vincendo 0-3 e lui non lascia più la maglia da titolare se non per una settimana di infortunio ed un pizzico di saltuario turnover.

Liverani lo rende padrone sulla destra della sua difesa a quattro, ma in ben sette occasioni è chiamato a tappare un buco anche a sinistra, dove di fatto Calderoni non ha grandi alternative. Sulla destra dimostra corsa incessante, insidiosità offensiva e abilità difensive di non poco conto, tanto che quando c’è emergenza pura il tecnico gli chiede anche di sopperire anche al centro (a Pescara, dove prova a fare il possibile). La sua intelligenza tattica si mostra soprattutto nel finale di stagione, quando è terzino sinistro nei match più delicati dell’anno, vedi soprattutto trasferta di Perugia e big match interno con il Brescia (fa anche espellere Sabelli). All’ultima giornata contro lo Spezia torna nella sua zona di competenza e, sull’1-0, salva in rovesciata su Gyasi prima del bis di La Mantia che vale la promozione. E’ forse la sua miglior giocata della stagione, alla pari dei tre gol belli e decisivi (nonché gli unici, ad oggi, in campionato) siglati in maglia Lecce: il diagonale deviato nell’1-0 con il Crotone, il siluro da fuori nel 2-3 di Cosenza ed il mancino sotto la traversa che da il là al 4-1 interno con il Carpi.

C’è tanto Venuti, quindi, in quella promozione. La Fiorentina se ne accorge e, finalmente, lo vuole con sé, pronta a farlo esprimere con la tanto amata maglia viola, respingendo per i successivi quattro anni i tanti tentativi di diversi club impegnati nella lotta per la salvezza (incluso lo stesso Lecce) di riaverlo in prestito. Nel 2019/20 gioca meno, poi sempre di più ed in totale in viola saranno 100 presenze e 3 gol, questi ultimi tutti in Coppa Italia, mentre in Conference League vede il campo in sei occasioni. In queste stagioni al Franchi vive alti e bassi, dall’ottima annata 2020/21 a quella positiva un anno dopo che riporta la Fiorentina in Europa, resa per lui parzialmente dolorosa dalla sfortunata autorete nella semifinale di Coppa Italia con la Juventus. L’anno scorso gioca a singhiozzo ma quando è chiamato in causa non sfigura pur mostrando delle difficoltà sulle quali influisce certamente un rinnovo che tarda ad arrivare, sintomo di una fiducia del club che sta venendo meno e che infatti non porta alla fumata bianca. Il 30 giugno per nui finisce un’era a tinte viole e ne inizia un’altra, nella sua amata Lecce.

Giunge il giallorosso per coprire, in staffetta ncon Gendrey, il ruolo di terzino destro, pronto a sfruttare l’esperienza maturata in un club di livello superiore per fungere anche da chioccia per i tanti giovani in rosa. Non solo, la sua duttilità gli consentirà anche, magari, di coprire le spalle sulla fascia opposta per la crescita di Dorgu, dando anche una soluzione in più che non guasta mai a D’Aversa.

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9 mesi fa

bentornato lollo

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