Il proprietario di ProfumoDivino, ristorante che punta alla riscoperta dei vecchi piatti salentini, ha parlato della sua realtà per poi raccontare la sua passione per i colori giallorossi. La redazione di CalcioLecce.it ha avuto il piacere di intervistarlo

Dal mare del Salento alle tavole della centralissima Piazza Mazzini a Lecce. Nell’epoca della contaminazione della cucina e dello sguardo alla modernità, il giovane Antonio Marzo cerca di portare avanti un’idea culinaria radicale e fortemente appartenente al suo passato e al territorio.

Come è nata l’idea ProfumoDivino?

“Ho avuto per anni un’impresa che si occupava di pesca. Abbiamo deciso insieme allo chef di avviare quest’attività per portare il nostro pescato sulle tavole di Lecce. Lavoriamo principalmente con il fresco e prepariamo i piatti in base alla disponibilità. Se a causa del maltempo per un certo periodo dei prodotti non sono disponibili, siamo costretti a non vendere certi portate. Lavoriamo con pescherecci che operano sia sulla costa ionica sia sulla costa adriatica. L’arredamento del locale è misto tra moderno e vintage, ma i nostri piatti sono tipici della tradizione salentina. Abbiamo accostato il tipo di arredamento così a una cucina totalmente tradizionale, purtroppo messa troppo spesso da parte da una serie di tendenze culinarie. Il nostro obiettivo è far riscoprire i vecchi sapori del mare che non si trovano in giro”

Se volessi paragonare il futuro prossimo della tua attività con un campionato del Lecce, a quale torneo penseresti?

“M’immagino e mi auguro per il mio ristorante un percorso come quello del Lecce di Mazzone che chiuse al nono posto in A”

Tra ieri e oggi, cosa rappresenta per te il Lecce?

“Sono tifoso del Lecce sin da bambino, mio padre mi ha trasmesso la passione per il Lecce e non mi sono più staccato. Avevo 4 anni e supportavo il Lecce di Cavasin per due volte salvo. Sono sempre stato abbonato. Il cambio di allenatore mi ha fatto piacere. Personalmente, non mi piaceva il gioco di Baroni. Speriamo come sempre nelle invenzioni di Corvino, specialmente davanti, eravamo messi male. Vedere Umtiti con la maglia del Lecce mi ha entusiasmato tantissimo, ha dato tanta sicurezza in difesa”

Concludendo, quali piatti del tuo menu, a cui sei legato, proporresti?

“Ovviamente inizierei dal crudo di mare, con gamberi e tonno a far da padroni. Poi il primo a base di aragoste. La nostra frittura è anche un piatto forte. Molti usano i calamari d’arrivo, provenienti dalle zone FAO Senegal ad esempio. I nostri calamari, invece, provengono, come tutti i nostri prodotti, dal mare del Salento. Come dolce proporrei la millefoglie scomposta”.