Fare un’analisi razionale di una partita che sarebbe potuta essere leggendaria per un intero popolo è difficile. Il Var, e le sue certosine previsioni regolamentari difficilmente comprensibili a chi vorrebbe avvicinarsi alla passione del gioco del calcio, ha negato il 3-2 al Lecce. I numeri ci diranno che il 2-2 forse è giusto, ma l’inerzia di una mezz’ora travolgente ha cambiato la storia di una gara che il Milan, sullo 0-2, avrebbe potuto chiudere senza molte repliche sul palo di Reijnders.

Per leggere Lecce-Milan 2-2 bisogna dividere i 95 minuti di gioco in due blocchi. Dal 1′ al 60′, la maggior qualità dei rossoneri ha sfruttato al meglio gli errori tecnici del Lecce e l’inconsistenza in fase difensiva del duo Kaba-Rafia insieme a Ramadani. Pochissimi duelli vinti per il Lecce (41%, 55% il Milan) e, oltre allo 0-2, diversa pericolosità offensiva espressa dall’indice expected goal. 8 tiri (5 in porta) con 1,4 xG per il Milan, 5 tiri (3 in porta) con 0.62 per il Lecce. Nota a margine: 0.56 di xG deriva al minuto 39′: parata di Maignan su Banda e colpo di testa alto di Krstovic da centro area. Il Milan si è incuneato nelle debolezze mediane del Lecce. Pesano 19 palle perse da Strefezza in 60′ con una lenta copertura soprattutto per vie centrali (68% degli attacchi di posizione, da cui sono nati i 5 tiri) e a sinistra (Gendrey su Theo Hernandez e Okafor nel 27% degli attacchi di posizione).

Nell’ultima mezz’ora un’altra storia. Il Lecce, con Sansone e Blin in campo, è stato molto più pericoloso. Il Milan ha pagato la stanchezza degli elementi impiegati in Champions e la poca forma delle riserve. xG totalmente appannaggio del Lecce: 1.31 (8 tiri, 3 in porta senza contare Piccoli-gol) contro 0.08 (2 conclusioni, una in porta). I salentini hanno attaccato il Milan sia di posizione sia di ripartenza. Al 34′ un sontuoso anticipo di Pongracic ha generato il contropiede sciupato da Piccoli. Il tiro alto del bergamasco, nel frame a margine, è stato scagliato frettolosamente in un 4 contro 2 con Banda, Pongracic e Ramadani a supporto.

In ogni caso, al netto del diabolico Var, l’egoismo dell’attaccante di Piccoli ha avuto il giusto premio nel 3-2 che resterà solo nei ricordi da 40 metri a beffare uno dei top portieri del mondo come Maignan. I subentrati Sansone e Gonzalez sono stati i calciatori con più duelli offensivi vinti: 83% per lo spagnolo, 75% l’ex Bologna. Numeri poco da difensori per Pongracic e Dorgu, al 67%.

Aggregando i numeri della partita, si denotano le statistiche aggregate. 1.92 a 1.48 di xG a favore del Lecce, palle perse sottomedia per i giallorossi (86 su 99). Il 18enne Dorgu sugli scudi in fase difensiva, leader in recuperi palla (15) e intercetti (10). Il Milan ha impostato bene la gara mettendola sugli uno contro uno per capitalizzare la qualità a disposizione e il maggior dinamismo negli spazi aperti dal centrocampo, ma le mosse di D’Aversa, guidato da un Sansone formato azzurro, hanno cambiato la falsariga. Giusto analizzare i numeri oggi, ma “il Var che rompe la magia del calcio” resterà per sempre la lettura primaria di un pomeriggio piovoso che, nel giorno di San Martino, poteva sapere di epica.