I giallorossi escono indenni dalla casa del Frosinone e si tengono un punto in una prestazione tutt’altro che positiva, con più recriminazioni derivanti dall’inerzia della gara caratterizzata dalla superiorità dei padroni di casa nella ripresa (corner totali con l’assalto finale terminati a 12-8). I dati primari sulle conclusioni recitano 15 tiri a 11 per il Frosinone (7-4 in porta e 4-1 in area). Differenti performance sulle fasce nei cross:9 utili su 19 tentati per il Frosinone, solo 2 su 7 per il Lecce. Poco per una squadra che si poggia spesso sul gioco delle corsie.

L’indice xG indica uno scarto minimo tra l’1.06 del Frosinone e lo 0.92 del Lecce. In primis, parte importante del bottino del Lecce deriva dal rigore non capitalizzato da Krstovic ma convertito in gol dalla carambola palo-Cerofolini. L’altra nitida occasione è stata confezionata dallo stesso montenegrino nel primo tempo, mentre sono stati velleitari i tiri da fuori di Almqvist e Banda e il tentativo di nuovo anticipo di Piccoli tra il portiere e Okoli. I padroni di casa, dal canto loro, hanno tenuto largamente in mano il possesso palla (65% a 35%). Dopo il gol del pari, la traversa di Gelli avrebbe potuto cambiare il match, ma nel finale, oltre al tiro fuori di Seck e alla parata di Falcone su Kaio Jorge, è mancata anche la decisione per convertire in occasioni da gol oggettive situazioni d’attacco favorevolissime.

Al di là del risultato e dei crocevia della gara, ciò che non dovrebbe far fare sonni tranquilli a D’Aversa è l’involuzione sul piano della gestione. Il Lecce è sì abituato a giocare sugli strappi e sulla riconquista più aggressione veloce dello spazio, ma per farlo si devono ridurre gli errori. La precisione dei già pochi (140 a 328) passaggi riusciti è stata solo del 61% contro l’83% del Frosinone. La differenza si acuisce su passaggi in avanti riusciti (173-63 per i ciociari), sulla trequarti (84-20) e dribbling (10-4, 3 per Valeri, 2 per Soulé e solo 1 per i dribblatori del Lecce Banda e Almqvist). La pressione frusinate, soprattutto nella ripresa, si traduce con la presenza di 5 calciatori di Di Francesco nella classifica dei passaggi riusciti sulla trequarti: Soulé (18), Mazzitelli (11), Okoli e Valeri (10) e Zortea (7).

I dati positivi di ieri su cui lavorare partono dalla prestazione volenterosa di Krstovic, 3 passaggi chiave, altrettante occasioni da gol e utile in manovra. Banda è stato più performante a compiere recuperi, 8 al pari del positivo Gallo, che attaccare nonostante i 3 tiri, tutti da fuori. Lo zambiano, uscito malconcio dal campo al 67′, è stato l’unico calciatore del Lecce con precisione passaggi superiore superiore all’ottanta percento (86%). Senza il 22 in campo, cambia la heatmap del Lecce, nettamente sbilanciata a sinistra nel primo tempo, virata verso il centro nella ripresa.

Ramadani, come sempre il calciatore del Lecce con più chilometri percorsi (ieri 12.151), ha giocato 47 palloni, meno di Gendrey e Pongracic (42) centrando una precisione “meno insufficiente” della media di squadra con 74% ok.