Luca Gotti e Daniele De Rossi si sono incrociati più volte in un percorso che gli ha portati con tempi e modi diversi a fronteggiarsi in Serie A. Il veneto ha scelto la strada dello studio, dei lunghi anni nel calcio giovanile e soprattutto del duro lavoro dietro le quinte negli staff. Diversa la storia per DDR, agevolato dal passato da campione del mondo e finalmente in copertina con la sua Roma dopo patentino e credibilità presa più rapidamente.
Le concezioni di calcio sono diverse, scrive il Corriere dello Sport di oggi, ma “filosoficamente” entrambi sono propositivi. Da secondo di Donadoni, Gotti era l’esperto di tattica e strategia che consigliava sempre il tridente offensivo al primo allenatore anche quando, a Cagliari, l’obiettivo era la salvezza. Diverso è stato l’agire da mister a Udine e La Spezia, ma Gotti ha preferito la difesa a tre con gli uomini a disposizione.
De Rossi condivide la versatilità. I calciatori contano di più di chi li dirige. Il romanista, al pari del collega, non vede gabbie e dogmi da applicare forzatamente, anche grazie al supporto dello staff. Due dei collaboratori oggi con De Rossi alla Roma, il preparatore atletico Gianni Brignardello e il match analyst Enrico Iodice, hanno lavorato con Gotti. Un altro aspetto che avvicina due allenatori apparentemente, solo apparentemente, diversi.