Durante la giornata di ieri vissuta in cattedra presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università del Salento, Pantaleo Corvino si è pronunciato anche sulle problematiche relative alla crescita dei giovani calciatori.
Il calcio cambia e cambia la precocità degli atleti anche per le società di livello inferiore: “Ognuno lavora con i mezzi che ritiene opportuno fare. Lo scouting pur rivestendo un aspetto importante più snello è più importante è. Per non sembrare ripetitivo, credo che sono importanti esperienze e conoscenze. A quanti anni un ragazzo può essere oggetto di scouting? Ora ci sono tante colpe delle famiglie, prima siamo nati e con la maglietta sudata prendevamo uno scappellotto se non facevamo prima i compiti. Oggi i figli sono già campioni a un’età precoce. Lo scouting è anche vittima di questi aspetti, a volte mediaticamente vengono coinvolti gli scout, si parla di un ragazzo di 8 o 9 anni e si scatena anche lì l’asta da parte dei club. Poi vai a vedere e non c’è molto. Il calcio è diverso, serve stare ai tempi e valutare in maniera precoce le potenzialità”.
Sulla difficoltà dei ragazzi d’oggi:: “Prima era importante la strada, si cresceva senza assilli di essere campioni, era l’unico sport praticabile e non c’erano altri sport, con il benessere sono arrivati altri sport e altri indirizzi, prima la strada ti migliorava molto. Quando parlo di talento, lo intendo come capacità di fare il gesto tecnico con la massima naturalezza. Un talento lo classifico da questo, da come la destrezza, qualità principale nell’intravedere un calciatore nello sviluppare un gesto tecnico con naturalezza. La destrezza nasceva per strada, oggi non ci sono tecnici che aiutano la destrezza. E’ importante svilupparla anche nel settore giovanile, io fino a un certo pungo impongo allenamenti individuali. Oggi crescono talenti dove si gioca in più per strada. Al centro del modello c’è etica e morale alla base di tutto. Per cui, Vucinic con quel gesto, lo ricordo come ad adesso quando ero a Calimera vicino la tribunetta per i giornalisti, scesi dopo una partita giovanile con il Crotone. Il ragazzo reclamò il rigore e io scesi dalla tribunetta mentre Vucinic si guadagnò un altro rigore, non dato. Lui reagì cercando di colpire l’arbitro, si avventò e io lo bloccai. Gli dissi ‘per quanti mesi di squalifica prendi tu per quei mesi apri la porta del centro sportivo di Calimera’. Oggi Mirko la racconta ancora, anche se alla fine furono 3 mesi e 8 giornate. La notte ebbe mal di denti e mi attivai per curarlo. Con questi rapporti i ragazzi ti ricordano negli anni”.
Qui il convegno in forma integrale con tutte le dichiarazioni di Pantaleo Corvino e non solo.
Grande Corvo💛❤💛❤💛❤
i ragazzi dovranno giocare a calcio nella propria regione fino al compimento dei 16 anni. È necessario per la loro crescita mentale. Andare a giocare a Torino, Milano, Roma, non riuscire lì come calciatore e dover retrocedere in squadre di calcio inferiori non è motivante. Lasciateli giocare a calcio nella propria regione. Se sono davvero forti, arriveranno!
Oggi le strade sono pericolose, pieni di delinquenti e spacciatori….si aggiorni Corvino…
La strada? Siamo nel 2024, non nel secolo scorso….nel centronord i calciatori di livello nazionale si sono sempre formati negli oratori o nelle squadre minori, la strada c’era solo al sud…..ma oggi NO, c’è la moda delle scuole calcio…oggi le coppie fanno 1-2 figli al massimo, non si gioca più in mezzo alla strada perchè ci sono le ristrettezze. Per i resto bisogna eliminare pulcini ed esordienti dai club professionistici….solo squadre allievi e primavera dai 15 anni in su…i più piccoli devono giocare in squadra amatoriali e dilettanti….per loro il calcio deve essere anzitutto un gioco, mai un lavoro
Tutto vero purtroppo, anche se di scuola calcio in giro ne è pieno ovunque ma quelle che insegnano calcio e fanno un lavoro di tecnica individuale c’è ne sono pochissime.
Le scuole calcio vanno di moda perchè più che la tecnica i genitori non vogliono vedere i figli per strada, specie se lavorano e, appaltano pagando, qualcuno che li segua…..più che qualcuno che gli insegni a divenire calciatore professionista se, poi qualcuno riesce buon per lui
Vengono fuori più campioni da dove si gioca per strada per forza… e soprattutto ormai le nostre scuole calcio hanno tutte campi sintetici… praticamente il pallone arriva già stoppato… i rimbalzi sono sempre regolari, ecc.. una volta non c’era nemmeno l’erba nei campi
La strada non è quella di una volta….oggi ci sono chi spaccia…..
si come sempre difficilmente sbagli