Quando il gioco si fa duro, quando la posta in palio si fa pesante, Alexis Blin c’è. Il capitano del Lecce post Strefezza ci ha ormai fatto l’abitudine al saper passare dall’avere un ruolo importante a quello di essere imprescindibile sempre nello stesso periodo dell’anno. Poco cambia se si tratti di Serie B o Serie A.

In principio fu il Baroni cadetto a rispolverarlo in qualità di titolarissima mezzala nel 4-3-3 nel periodo dello scatto valso promozione in Serie A dopo un avvio complicato in regia. Nel massimo campionato italiano esordirà invece con compiti di tappabuchi, dapprima (addirittura) come centrale di difesa e poi come vice-Hjulmand al centro della mediana. Nel finale, quando a servire saranno soprattutto furia agonistica ed equilibrio, rieccolo a spingere il collettivo più giovane del torneo a gettare il cuore oltre l’ostacolo.

Cambia il tecnico ma non l’andamento del suo percorso annuale, perché anche con D’Aversa non parte prima scelta nell’undici tipo. Con il passare delle giornate cresce, tanto per cambiare, la necessità di avere un cardine a dar man forte ad una mediana leggerina. Cardine che diventa leader quando Strefezza prende la via di Como e la fascia di capitano prende quella del braccio del numero 29.

Ancora un periodo di assestamento tra le tante difficoltà culminate nel cambio di allenatore dello scorso mese. E con Gotti non si farà più a meno di Blin, titolare assoluto in coppia con Ramadani a ridare fondamentale equilibrio ad una squadra completamente rinata, a primavera come i fiori. E come il mastino francese.