L’impronta del tecnico nel gioco di un Lecce tornato smagliante. Anche in un match contratto e dai punti pesanti come quello di sabato, i centri sono arrivati in pieno stile giallorosso.
Che il Lecce abbia ritrovato smalto e certezze lo dicono risultati e classifica. A metterci il timbro con nome e cognome di Fabio Liverani vi è poi la modalità con cui i giallorossi trovano i gol decisivi. Lo avevamo già visto con il Napoli, quando un’azione di esclusivo stampo salentino portò, con sedici passaggi, al bis di Lapadula. Con la Spal ne abbiamo avuta un’ulteriore, e bellissima, conferma.
La prima rete arriva sì su calcio di rigore, procurato da Majer al termine di un’azione che è l’ennesimo manifesto del gioco di Fabio Liverani. Anche in questo caso, come a Napoli, tra la ripresa del gioco e la conclusione vincente della manovra intercorrono 16 passaggi, partiti dalla rimessa di Vigorito e che coinvolgono ben 9 giallorossi su 11.
Giropalla lento e orizzontale all’inizio, da fascia a fascia con particolare iniziativa da parte dei terzini in attesa di trovare sbocchi. A questi ci pensano gli addetti alla “fantasia” dell’undici giallorosso dal punto di vista tattico, ovvero Deiola e Mancosu. Improvviso aumento del ritmo e palla a Majer che fa salire Donati, cross per Mancosu e nuova triangolazione con Majer, poi atterrato da Bonifazi. L’ABC del calcio.
Diversa, ma non meno bella, anzi, l’azione del 2-1. In questo caso, complice una fase del match che registrava le squadre più allungate, il Lecce ha avuto meno necessità di fare possesso, per poter verticalizzare prima. Segno che i passaggi corti e a volte all’indietro/orizzontali dell’undici di Liverani non sono certo fini a sé stessi, bensì volti alla ricerca di spazi.
Se gli spazi ci sono, sotto con passaggi rapidi e verticali. Da Vigorito a Calderoni che imbecca Barak, palla per la sponda di Shakhov a Mancosu e via a premiare l’inserimento vincente di Majer. Manovra, nella fase conclusiva, quasi identica a quella pre-penalty dell’1-0. Uno spartito, splendido e decisivo, che prende il nome del Lecce di Liverani.