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GdM – Gatta: “Vedo un Lecce unito e coeso. Merito della società e di Liverani: hanno saputo creare un ambiente sano”

L’ex portiere giallorosso parla a La Gazzetta del Mezzogiorno (intervista di Antonio Calò) del Lecce di oggi e del suo Lecce, quello delle stagioni 1990/96.

LECCE DI OGGI. «Tutte le componenti, stanno facendo il possibile per fare in modo di portare a termine il torneo. Sia per gli enormi interessi economici in ballo che per la necessità di fare in modo che sia il campo ad emettere in verdetti. Sino al momento della sospensione, il Lecce ha fatto ampiamente la propria parte. La cosa, che è balzata agli occhi vedendolo giocare, è stata la grandissima coesione del gruppo. Evidentemente, la società e mister Liverani hanno saputo creare un ambiente sano e questa è una buona base dalla quale partire per cercare di meritare la permanenza in A».

Giuseppe Gatta, portiere che ha indossato la casacca del club giallorosso dal 1990 al 1996, collezionando 113 presenze, ricorda poi quel 29 maggio 1995, quando, a retrocessione dalla B alla C1 oramai maturata già da tempo, il Lecce espugnò per 1-0 il terreno dell’Hellas Verona, conquistando la sua unica vittoria esterna del campionato 1994/1995, passato alla storia come uno dei più disastrosi della società salentina.

RICORDI DELLA PARTITA. «Il match rimase in bilico sullo 0-0 sino alle battute conclusive nelle quali Notaristefano realizzò il gol, che ci regalò il successo sul terreno degli scaligeri, ma che non modificò di una virgola l’andamento di una annata purtroppo totalmente negativa. Alla base del tracollo ci fu la situazione di grande incertezza, che regnava in seno al sodalizio dopo l’uscita di scena di Franco Iurlano, presidente del primo grande ciclo del club salentino, incertezza che si riverberò pesantemente sul rendimento della rosa. Purtroppo, fummo in difficoltà per l’intero torneo, eccezion fatta per pochi match, nei quali ci riuscì di mettere a frutto il nostro orgoglio».

SPINOSI, REJA E LENZI SI AVVICENDARANO COME ALLENATORI. «L’organico, a leggere i nomi dei calciatori che lo componevano, non era scarso come sembrerebbe di capire limitandosi alla sola lettura dei risultati negativi collezionati. Ma le cose iniziarono male e, con il trascorrere del tempo, andarono anche peggio. A fare maggiormente tristezza era la constatazione che, con il nostro pessimo rendimento, avevamo spento l’entusiasmo della piazza. A chi, come me, aveva conosciuto la passione dei tifosi nelle stagioni precedenti piangeva il cuore nel vedere gli spalti del Via del Mare sempre più desolatamente vuoti».

RICORDI GIALLOROSSI. «La più bella è stata quella 1992/1993 nella quale, con Bolchi in panchina, conquistammo la promozione dalla B alla A, scatenando l’entusiasmo del popolo salentino, che ci seguiva in massa e ci sosteneva in ogni gara con il suo smisurato calore. Fu una stagione memorabile, nella quale non eravamo certamente partiti con il ruolo di favoriti, ma nella quale meritammo di salire in massima serie».

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