Un aspetto importante per analizzare il rendimento delle ultime partita del Lecce è l’andamento dei gol. Da sei partite consecutive, infatti, i giallorossi si trovano a cercare di ribaltare una situazione di svantaggio.

La rimonta vincente targata Mancosu-Rodriguez per cercare di interrompere quello che sembra ormai un sortilegio. Al di là degli incantesimi, Lecce-Vicenza ha rappresentato la sesta gara consecutiva in cui il Lecce ha giocato in svantaggio. Un dato troppo emblematico per essere trascurato totalmente. Il sorpasso centrato contro i veneti rappresenta poi la prima rimonta completa del campionato, giunta alla quindicesima giornata dopo sette tentativi falliti. I numeri, che così elencati sembrano freddi, meritano una più capillare interpretazione.

IL FILOTTO DI PASSIVI. Partiamo con il dato iniziale. Da sei match, appunto, Mancosu e compagni passano in svantaggio. Dopo la vittoria in casa del Chievo di fine novembre, il Lecce, contro il Venezia, ha incassato la doppietta di forte ad annullare l’iniziale rete del capitano. Una settimana dopo, il rigore di Parzyszek portò in vantaggio il Frosinone nella gara prima riacciuffata e poi decisa dal punto nel finale di Novakovich. Sul campo della Salernitana, poi, Capezzi ha punito in avvio una difesa decisamente rivedibile nella lettura della giocata centrale di Anderson. Nelle due sconfitte consecutive prima della boccata d’aria di ieri, infine, Pisa e Spal hanno avuto la meglio. Aggiungendo a questi appuntamenti il guizzo di Marotta, su altro passaggio a vuoto della retroguardia, gli svantaggi consecutivi diventano sei su otto totali. All’elenco appena fatto si devono aggiungere la sconfitta di Brescia e il temporaneo 2-0 che la Cremonese (gol di Gaetano e Valzania) riuscì a raggiungere al Via del Mare prima del pari firmato Coda-Dermaku. In otto partite su quindici finora giocate, il Lecce è andato sotto. E in queste otto gare, il bottino raccolto è di sette punti, frutto della vittoria contro il Vicenza e di quattro pari (Salernitana, Frosinone, Venezia e Cremonese).

NODO TATTICO. Passate in rassegna le statistiche, si nota la difficoltà che il Lecce, squadra messa in piedi da Corini per attaccare con molti uomini e per costruire calcio, denoterebbe (e denota) nelle situazioni di svantaggio. La manovra giallorossa, fatta di attacchi condotti con numerosi uomini fino alla ricerca del passaggio vincente in verticale, soffre contro formazioni arroccate a difesa della propria porta magari dopo un gol raccolto a seguito di errori avversari. E’ una delle dure leggi del calcio a cui ci si deve adeguare, soprattutto se si è più forti tecnicamente. Non è un caso che il Vicenza attento sì a non prenderle ma non maniacale in alcuni accorgimenti fatti da altri allenatori, come la gabbia su Tachtsidis o la densità negli ultimi metri, abbia patito numerose palle gol nella ripresa. Dall’altra parte, però, c’è da sottolineare il carattere e il cambiamento repentino del Lecce, molto più pericoloso dopo i cambi. Il Lecce, già dalle partite che si avvicinano prima della sosta, dovrà convertire il tasso tecnico dei suoi singoli (anche quelli in difficoltà) in, ancor più, palle-gol. Sperando sempre che dietro gli assetti tengano…