L’attaccante giallorosso parla a 360 gradi della sua esperienza a Lecce, nel corso di un’intervista rilasciata al periodico As.

LA SCELTA DI LECCE. “Me ne ha parlato il mio agente e l’ho trovata una proposta allettante e interessante”.

DIFFERENZE SPAGNA-ITALIA. “Il gioco è totalmente diverso, è un calcio diverso in molti aspetti in cui devi imparare e abituarti alla svelta”.

STATO DI FORMA “Sono ancora al 50 percento, ho bisogno di mettermi ancora più in forma, di alzare il ritmo per arrivare ad un livello superiore. Mister Corini mi chiede di dare sempre il massimo e soprattutto di non discutere con gli arbitri”.

COME SI VIVE A LECCE? “Per me è stato abbastanza facile adattarmi qui, perché sono molto vicino al mare e posso godermelo. L’atmosfera, la città e le persone sono molto simili al posto dove vivevo prima, Gran Canaria, e questo rende tutto più facile”.

PARAGONE CON INZAGHI. “È un orgoglio ed è molto bello per me questo paragone e per di più con un grande giocatore come lo è stato Inzaghi. Io, però, mi considero una persona umile, che ha tanta strada e tanto lavoro da fare e so che sarà così per sempre”.

INSEGNAMENTO DEI GENITORI. “Vengo da un paese di 10 mila abitanti, Valsequillo. Mi hanno insegnato a non dimenticare mai da dove vengo e che senza tenere i piedi per terra e senza lavoro non si ottiene mai nulla”.

A MADRID NEL 2016. “Quando è arrivata l’opportunità di Madrid, non ci ho pensato due volte, era qualcosa di unico. Sono appassionato di sfide. Quando il primo addestramento è finito, mi hanno fatto firmare il contratto. È stato qualcosa di unico che non dimenticherò mai”.

SUCCESSO IN YOUTH LEAGUE E GOL IN FINALE. “Fino ad ora è stata la cosa migliore che mi sia capitata nel calcio, qualcosa che il Madrid in molte edizioni non aveva raggiunto e il nostro gruppo con Raúl è riuscito a farlo. Questo rimarrà nella storia”.

RAPPORTO CON RAUL. “Raúl si è fidato di me sin dal primo momento, mi ha dato tutto. Gli sarò sempre grato. Ricordo che una volta venne da me dopo l’allenamento per mostrarmi un video sul telefonino: rimasi sorpreso, perché era un video con le mie azioni di gioco. Non ci credevo. Ha passato un po’ del suo tempo a mostrarmi le cose che sbagliavo. Per me è stato un grande orgoglio averlo come allenatore”.