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Liverani: “Il lavoro ripaga. Il mio gioco? Non cambierò…”

“I principi dell’identità tattica devono emergere sempre”. E sul caso-Palermo: “Non entro nella vicenda, ma servono segnali forti”

Fabio Liverani si gode la gloria e lo fa con umiltà, stile e, perché no, consapevolezza di potenzialità ancora inespresse. A cinque giorni dalla promozione in Serie A, il tecnico è stato intervistato dal Corriere dello Sport per parlare della sua impresa sportiva: la nona promozione in massima serie del Lecce che lo fa entrare in un elenco di grandi allenatori insieme a Mazzone, Bolchi, Ventura, Sonetti, Delio Rossi, Papadopulo e De Canio.

CARRIERA SENZA SCORCIATOIE. “Sono orgoglioso di quello che ho fatto – confessa il tecnico ripercorrendo il passato –. Anche da giocatore ho dovuto sempre soffrire. Non si capiva mai del tutto se in me credevano o no. Il lavoro però mi ha sempre ripagato in tutto. Da allenatore devo ancora crescere e alzare l’asticella. Ora mi godo il mio Lecce. Non ho rivincite o sassolini nella scarpa da togliermi”.

CONSAPEVOLEZZA. “Dopo il tris di vittorie in casa con Ascoli, Pescara e Cosenza ho capito che avremmo potuto dare fastidio a Palermo e Brescia. La vittoria in rimonta sul Venezia, alla quarta giornata, ci ha poi sbloccato, dandoci la tranquillità di poter credere in noi. Gare da rigiocare? Abbiamo sbagliato due partite, a Cittadella e Padova. Con la Cremonese mi sarebbe piaciuto giocarla undici contro undici. Sarebbe finita diversamente”.

PALERMO. “I rosanero sono stati l’antagonista principale. Le loro individualità fanno la differenza, mentre il Brescia con Corini ha avuto la stessa metamorfosi nostra. Le crisi danno e tolgono. Se venissero confermate le irregolarità è giusto che si faccia chiarezza. Non si può sempre rimandare la resa dei conti o aspettare la salvezza. Si parla di legalità”. 

INTEGRALISTA. “Non cambierò idea di calcio. Non potrei mai giocare solo per distruggere. Mi piace comandare il gioco e mettere le mie idee, anche se dovrò difendermi da chi è più bravo di me. Essere integralisti è un difetto, al pari di restare fermi a ciò che ti ha fatto vincere. A Lecce c’è solidità, sono stati fatti tanti sacrifici ma sempre con i conti in ordine”.

BALUARDI DEL SUD. Il Lecce ora rappresenterà il Sud con Napoli e Cagliari. “E’ una responsabilità – chiosa Liverani-. Nel Mezzogiorno è difficile mantenere gli equilibri ma con la passione dell’ambiente si potranno fare belle cose. I complimenti? Mi fanno piacere quelli di chi c’è sempre stato sempre, non soltanto quando c’è da salire sul carro dei vincitori”. 

PROMESSE. “Ai tifosi del Lecce non faccio promesse eclatanti. Credo nel lavoro. La gente mi stima forse per questo ma è un atteggiamento reciproco. La piazza è stata decisiva nel rush finale. Si sa che in A soffriremo, ma sono convinto che la gente sarà sempre al nostro fianco”.

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