“Con internet, i giocatori conoscono tutto dei club che li acquistaano. Ai miei tempi era diverso”, afferma l’ex campione del Mondo argentino.
Sta nascendo un Lecce internazionale? Si chiede La Gazzetta dello Sport (edizione Puglia e Basilicata): giocatori che provengono dall’estero, dalla Colombia, dalla Romania, ecc.
Pedro Pablo Pasculli, uno dei primi stranieri in giallorosso, spiega come sono cambiate le abitudini nel corso degli anni.
“Quando partì dal mio paese, neppure sapevo dove si trovasse il Salento e quale calcio giocasse Fascetti. Nel periodo iniziale io e Beto Barbas incontrammo molte difficoltà: ci aiutarono tanto Miceli e Stefano Di Chiara. Negli anni successivi soffrì tantissimo Istvan Vincze, giovane attaccante ungherese, chiuso e introverso. Adesso, grazie a internet, gli stranieri conoscono tutto dei club che li acquistano e delle città dove vanno a vivere. Non hanno problemi di inserimento, arrivano pronti all’uso. Certo, è fondamentale imparare a parlare l’italiano, però contano le qualità“.
SERIE A – “Il Lecce ha bisogno di consolidarsi in A per almeno 3, 4 anni e realizzare plusvalenze derivate dalla cessioni”.