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Rossettini: “Voglio rimettermi in gioco. Meluso? Ha inciso…”

L’ex difensore del Chievo si presenta svelando il suo rapporto con Mauro Meluso e parlando di tutte le tappe della sua carriera.

L’ennesima sfida di una carriera da punto di riferimento della difesa in tante piazze. Luca Rossettini coglie l’avventura salentina e debutta ai microfoni. Il 34enne ha vinto il tira e molla con il club di via Costadura e ha strappato un biennale, inizialmente non graditissimo dal Lecce.

SFIDA. “Uno non può dire di conoscere benissimo la Serie A. La mia carriera lo dimostra: bisogna mettersi sempre in gioco, accettare sfide nuove in ambienti nuovi. Non mi accontento, voglio sentirmi protagonista anche quest’anno, mettermi a disposizione della squadra e del gruppo e centrare un obiettivo difficilissimo”.

IL D.S: “Meluso ha inciso. Credo nel destino, al tempo, nel 2007, avevo 22 anni e mi voleva il Lecce di Angelozzi dal Padova. Il direttore lì mi aveva proposto un progetto importare, essere l’ultimo padovano rimasto in rosa a indossare la fascia di capitano. Arrivò però il treno della Serie A con Mandorlini e in quel frangente ho capito di dover prendere il treno. A distanza di anni, col direttore litigammo, ho mantenuto rapporti con il direttore Meluso. Penso che il cerchio si chiude. È stato un motivo in più”

A VERONA. “Vengo da un’annata non positiva, sapevo che al Chievo c’erano dei problemi. Accettai lì con 15 punti di penalizzazione. Volevo mettermi in gioco, sentirmi protagonista e fare qualcosa di importante. Tre sfide? Riscattare la retrocessione con il Chievo, ringraziare Meluso e convincere Liverani”

CONOSCENZE. “Con Bovo sono in ottimi rapporti, abbiamo giocato a Torino. Poi Coppola è stato mio compagno a Siena. Mi sto facendo vecchio dato che sono membri dello staff. In più parte degli aiutanti di Liverani provengono da Chiavari, dove abito. Ho militato anche con Falco, Tabanelli e Tachtsidis“.

SEMPRE A LOTTARE. “Sono stato tutta la carriera a cercare la salvezza. Solo a Torino c’erano ambizioni di Europa League. Siena, Cagliari, Bologna, Genoa e Chievo. Uno si deve sentire vivo e sapere di non mollare neanche un centimetro per tutto il campionato. Quando si lotta per salvarsi si perdono tante partite, si rosicchiano punti dove si può e cercherò di portare mentalità e attenzione ai particolari nello spogliatoio e nella squadra”.

RUOLI. “Posso fare anche il terzino, sono a disposizione, se il mister vuole gioco anche in attacco. Sono un centrale di una difesa in linea. Nelle ultime due stagioni abbiamo fatto il trio difensivo, ma dentro di me sento più la retroguardia a quattro. I risultati migliori li ho avuti così a Siena, Cagliari e Torino.  Ne approfitto per ricordare Davide Astori, un mio compagno che manca tantissimo da anni”.

ZERO PROCLAMI. “Ho visto qualche partita del Lecce, seguendo gli ex compagni. C’è voglia di essere propositivi, è questo il calcio che mi piace, dove i difensori sono parte della costruzione. Eugenio Lamanna mi ha detto che sono un punto di riferimento? Mi fa piacere. Mi sento un leader silenzioso, non faccio proclami, a volte perdo le staffe anche io ma l’esempio e la condotta retta alla lunga portano i compagni a miglioramenti e maggior sicurezza. Spero di continuare a essere così e non snaturarmi”.

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