L’ex d.s. della Fiorentina, ospite a Scorrano per una reunion delle vecchie glorie locali, parla del suo futuro, orientato alla ricerca di un’avventura prestigiosa, del tribolato divorzio con la Fiorentina e del Lecce.
Pantaleo Corvino torna a parlare seppur in tono minore e senza graffi, come nell’intervista estiva resa al Corriere dello Sport. Il dirigente vernolese, presente a Scorrano per la celebrazione della storica Lorenzo Mariano, compagine del centro, ha parlato ai microfoni di Eventi Calcio Web, dando numerosi spunti tra passato, presente e futuro.
L’ADDIO VIOLA. “Vengo da 600 partite in Serie A, 54 in Champions, 3 campionati vinti in B. Ora riposo, avevo altri tre anni con la Fiorentina ma il cambio di proprietà mi ha portato alla risoluzione consensuale. Quando ti mandano via non ci rimetti niente, quando vai via da solo invece devi lasciare ‘il pizzo'”
I PERCHE’. “Era una scelta giusta dettata dalla mia sensibilità dopo aver lavorato dieci anni con i Della Valle a Firenze. Rimanere con un’altra proprietà mi sembrava una cosa ingiusta. Abbiamo trovato un accordo. Tutto questo è successo a giugno, quando le altre squadre ormai avevano fatto le loro scelte riguardo gli incarichi manageriali…”
IDEE? “Ora mi trovo a godermi un po’ i miei nipoti, visto che non sono riuscito con i miei figli. Se ci sarà qualcosa che mi stimolerà molto, vedremo. Ripartire da dietro oggi non mi stimola, specialmente dopo tutto ciò che ho fatto. Al momento è quello che mi sento di dire”.
MISSIONE LECCE. “E’ una matricola, quando si arriva in Serie A bisogna soffrire. Il Lecce è votato alla sofferenza, siamo alla terza giornata e va bene così. Oggi in A ci sono 20 squadre e tre retrocessioni, rispetto al campionato che feci io con 18 compagini e 4 retrocesse è più facile salvarsi. A Torino, i giallorossi sono sembrati sulla buona strada”
RICORDI DI GIOVENTU’. “La mia ascesa è iniziata da Scorrano. Il presidente Ruggeri mi ha portato dopo tre promozioni con il Vernole. I quattro anni a Scorrano mi fecero crescere, capì di poter costruire una carriera nel calcio. Fu un capitolo importante per me. Arrivai per fare una squadra semplice con giovani e credo azzeccammo tanti nomi visti i successi con calciatori che se fossero nati adesso sarebbero in Serie A”.
Nn solo un grande ds, ma un grande uomo ….nel rescinere il contratto , dimostrando orgoglio che tanti tuoi colleghi nn avrebbero avuto. Sei un grande, e la tua cariera lo dimostra. Sei x noi salentini, ( un profeta) e siamo grati a questa terra che ha voluto donarci una persona così dotto nel mondo del calcio……
Lo hanno cacciato urlando (le urla di Barone si sentivano fuori dall’Hotel), ma quale rinuncia ? Voleva fino all’ultimo centesimo nonostante ci abbia fatto arrivare quasi in B.. ma di che parlate ?
Infame di merda