L’ex presidente giallorosso, intervistato sulle colonne de Il giallorosso, elogia la programmazione e i risultati della società presieduta da Sticchi Damiani e parla dei campionati di A vissuti alla guida del club.

Quirico Semeraro torna a parlare del Lecce e lo fa in un colloquio, apparso sul periodico, dove si è esaminato il momento della compagine prima di sfogliare il libro dei ricordi.

PRESENTE. “Un ottimo rendimento iniziale, malgrado un calendario difficilissimo. In Serie A non c’è nessun risultato scontato: si rischia sempre. Nove punti sono tanta roba nel campionato più difficile del mondo, che non lascia spazi a grandi e piccole. Per esperienza dico che non bisogna mai fare calcoli sul lungo periodo e guardare solo all’avversario di turno. I conti si faranno tra aprile e maggio nelle battute finali. È sempre stato così”.

OBIETTIVO. “Oggi il Lecce potrebbe fare qualsiasi cosa ma non dimentichiamo che la salvezza dalle nostre parti vale come uno scudetto e ha sempre avuto il sapore dell’impresa”.

SUPPORTER. “I tifosi portano o tolgono punti a seconda delle circostanze: almeno quattro o cinque in più o in meno nell’arco di una stagione. Quest’anno il cambiamento in positivo ha riguardato tutti i settori meno la curva Nord che è sempre lì a prescindere dalla categoria. C’è entusiasmo, merito anche della politica degli abbonamenti risultata vincente. Personalmente non credevo venisse abbattuto il record del Lecce di Jurlano, nel suo primo anno di serie A, che registrò circa 13mila tessere“.

CONSIGLI. “Ho letto l’intervista del dott. De Picciotto sul Corriere della Sera e condivido la bontà degli investimenti fatti in B per vincere il campionato perché è a gennaio, a prescindere dalla situazione sportiva, che bisogna sempre mettersi a tavolino e programmare. Anche quando si è soddisfatti dei risultati sul campo. Nello specifico però non posso giudicare la caratura della squadra perché non l’ho ancora vista giocare. Nessun dubbio invece sulla preparazione di mister Liverani che lavora sottotraccia, e bene, senza fare proclami”

SUCCESSI E BILANCIO. “La doppia promozione del Lecce? Impresa epica e meritevole. Noi siamo stati in Serie A per dieci anni; io ne ho trascorsi tre da presidente e con la mia famiglia abbiamo fatto i più grandi investimenti nella storia del club, circa 120 milioni nell’arco di 18 stagioni tra Serie A, Serie B e una di C e per durare a certi livelli bisogna affrontare bene gli aspetti economici e finanziari. Il primo significa chiudere il bilancio a fine stagione cercando di pareggiare spese e ricavi. Il secondo vuol dire sopravvivere onorando ogni mese le scadenze, a volte mancano i fondi e qui devono intervenire i soci. L’attuale società però è bene strutturata perché gli investitori sono tanti e questo lascia ottime prospettive per il futuro”.