“A prevalere però, e la consapevolezza del fatto che la nostra squadra continui a crescere, che si esprima sempre meglio e che abbia maggiore convinzione dei propri mezzi”, ha affermarmato il direttore sportivo.

Mauro Meluso, direttore sportivo del Lecce, commenta a La Gazzetta del Mezzogiorno, i risultati dei giallorossi dopo undici giornata di massima serie.

PUNTI PERSI. “C’è un po’ di rammarico perché, nel giro di pochi giorni, tra la gara con la Sampdoria e quella con il Sassuolo, abbiamo visto svanire quattro punti nelle battute finali dei due match. A prevalere però, e la consapevolezza del fatto che la nostra squadra continui a crescere, che si esprima sempre meglio e che abbia maggiore convinzione dei propri mezzi. Al contempo, molti calciatori stanno facendo decisamente bene e si stanno dimostrando all’altezza di un campionato nel quale o non si erano mai cimentati oppure avevano disputato solo poche gare. Insomma, dopo gli ultimi 180, abbiamo ulteriori elementi per essere fiduciosi in chiave futura pur sapendo che ci sarà da soffrire e che le difficoltà saranno tante. Noi, però, vogliamo la salvezza”.

SAMPDORIA. “A bruciare è soprattutto il pareggio di Genova-nota perché è maturato con un uomo in meno, a causa di una espulsione che a mio parere è stata ingiusta. Tachtsidis si è fatto ammonire ingenuamente per proteste nel finale del primo tempo, ma il secondo cartellino giallo proprio non c’era”.

SASSUOLO. “Anche nella sfida contro il Sassuolo avremmo meritato di spuntarla perché siamo stati più incisivi degli emiliani creando più occasioni. Inoltre, una volta raggiunti sul 2-2 a pochi minuti dalla conclusione, abbiamo trovato la forza per cercare di riportarci in vantaggio ed abbiamo sfiorato il terzo centro in due circostanze, una delle quali clamorosa”.

BUONE PRESTAZIONI. “Al di là di queste considerazioni, restano le due prove di spessore, che vanno sommate a quelle sfoderate contro Milan e Juventus, in due partita che abbiamo pareggiato contro ogni pronostico“.

LAZIO. “Sono arrivato in biancoceleste a 14 anni e sono diventato uomo, oltre che giocatore, esordendo in serie A contro la Juventus il 2 ottobre 1983, una delle poche date che ricordo della mia carriera di atleta. Quella con il team capitolino è stata una esperienza di vita prima ancora che professionale, una grande sfida per chi, come me, è giunto a Roma dalla piccola Cosenza”.

LAZIO-LECCE. “Il confronto con il team diretto da Inzaghi si preannuncia complicatissimo, in quanto la Lazio è una delle compagini più in forma del momento, esprime un ottimo calcio e, soprattutto da centrocampo in su, vanta interpreti di livello internazionale. Noi proveremo a fare la nostra parte, con la consueta umiltà e con tanta convinzione”.