Il direttore sportivo del Lecce, presentatosi in sala stampa per primo, getta acqua sul fuoco parlando dello sfogo di Sticchi Damiani ma non usa mezzi termini quando si parla della direzione arbitrale.
ELOGI. “Volevo fare i complimenti alla squadra, allo staff tecnico. La partita si era complicata in maniera del tutto casuale senza grandi colpe. Siamo stati sfortunati, facendo bene e riuscendo a equilibrarla e a far sì che si potesse vincere col solito nostro marchio: quello di chi vuole combattere e farlo attraverso il gioco”.
RIMONTA. “Siamo riusciti a riportare una partita sotto i binari positivi anche se non è stata una giornata giusta per Mariani e per il Var. Questa cosa mi preoccupa perché i punti per noi sono fondamentali”.
PROMESSA. “Se la squadra gioca così, nonostante le assenze e gli infortunati, a maggio saremo salvi”.
POST PARTITA CALDO. “C’era un po’ di adrenalina negli spogliatoi. Non c’è stato nessun urlo nei confronti dell’arbitro, c’è stato solo questo. Gli animi erano esagitati ma non si è inveito contro nessuno. Il Lecce meritava di vincerla e così non è stato”.
REAZIONI. “L’espulsione di Lapadula è inconcepibile. Olsen ha dato una botta al nostro attaccante, che magari poteva essere ammonito. Oltre al danno, la beffa. Ritengo tutto ingiusto. Con la doppia superiorità numerica potevamo vincere”.
E STICCHI DAMIANI. “Parlo io al posto del presidente. Lui, come altri, stavamo inveendo contro la sfortuna. Oggi mi ha delegato a parlare”.
GIOCO. “Ho visto la nostra squadra con il solito gioco: triangolazioni, fraseggi. Eravamo attenti e concentrati, stimolati dall’ambiente e dalla tifoseria. Ancora non abbiamo vinto in casa ma è relativo: i punti sono importanti”.
I TRE PUNTI. “La squadra è andata ingiustamente sotto di due gol. Non credo che il Cagliari avesse tirato prima del rigore e questi ragazzi hanno avuto la capacità di reagire. Volevano vincere la partita. Sul 2-2 la palla è stata subito ripresa. Il Lecce ha fatto un’impresa oggi: come una vittoria”.