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Incertezze figlie di errori, pile scariche e defezioni: ma quali rimedi dovrà dare la pausa?

La sconfitta casalinga con il Bologna regala un Natale di incertezze al Lecce, battuto sonoramente in due partite dove si poteva (e si doveva) raccogliere qualcosa. Poco da evidenziare sull’andamento del match, quasi interamente tenuto in pugno da Mihajlovic. Serviranno nuove soluzioni tattiche nella pausa, ma solo dopo la ripresa della condizione mentale e un buon mercato.

Parlare di analisi tattica di una partita ampiamente squilibrata per tre quarti di durata, ma nonostante tutto finita 2-3 con una fiammella di speranza nel finale, è difficile senza ricorrere a schemi (non quelli mal riusciti ieri sui piazzati dal Lecce) e frasi fatte. Il Bologna ieri ha dominato in lungo e in largo e, oltre al 15-4 alla voce tiri in porta, un numero che rende l’idea di ciò che è successo ieri, e che fa male, è rappresentato dalle 11 occasioni da rete accumulate nei primi 45 minuti.

EQUILIBRIO SPEZZATO. La disamina comincia proprio da lì, da quel primo tempo costellato di errori difensivi a seguito del bellissimo gol annullato per fuorigioco a Babacar. Il Lecce ha perso la bussola attorno al quarto d’ora. Reparti spezzati, regia assente, terzini disattenti nelle diagonali e palloni sanguinosissimi persi sull’asse Lucioni-Calderoni-Tachtsidis. Gabriel ha salvato innumerevoli occasioni per poi capitolare a 2′ dall’intervallo sul tocco di Orsolini lasciato solo inspiegabilmente nella mischia di difensori giallorossi.

CONFLITTO. A vedere la squadra in balia dell’undici emiliano, la domanda sorge spontanea. Cosa possono fare le idee dell’allenatore se quasi sempre le stoccate avversarie arrivano per errori individuali?  Si è spesso esaltata l’identità del Lecce, sempre alla ricerca del gioco offensivo e della verticalizzazione veloce, ma nel girone di ritorno, quando i palloni da giocare saranno ancor più scottanti, servirà mettere in cantiere anche altre soluzioni tattiche? O, a essere fiduciosi, la strada percorribile è sempre quella auspicando fattori esterni migliori?

LETTURE. Prima di qualche risposta alla serie di domande, ci sentiamo di dire che sì bisogna leccarsi le ferite per qualche punto non preso (Sampdoria, Sassuolo e forse Genoa) e, ovviamente, per le uscite a vuoto come Brescia e Bologna, ma vanno resi i meriti allo zoccolo duro di una squadra che, secondo i freddi numeri della classifica, è ancora, con merito, sopra la linea di galleggiamento. Snaturarsi in poco tempo è difficile, soprattutto conoscendo i modi di Liverani (che lo hanno portato a due successi in due anni), ma, sicuramente, come anticipato in qualche appuntamento, dalla ripresa in poi, oltre a beneficiare, si spera, di una rosa più rilassata, si elaboreranno delle soluzioni per subire meno. Non si può e non si potrà sempre ringraziare Gabriel per le sue chiusure sugli attaccanti avversari lanciati soli a rete.

QUALI IDEE. Parlare sempre di alibi può sembrare riduttivo e poco consono alla realtà. Liverani non lo ha fatto in conferenza stampa, spiattellando il cattivo stato mentale di un gruppo limitato che ha tirato la carretta sin da agosto e si è trovato scarico nel trittico di partite sulla carta più abbordabili. Avevamo detto niente alibi, ma qualche dato di fatto va sottolineato. Centrocampo senza l’unico elemento di raccordo di categoria (Majer) e con un Tabanelli trasformatosi da rincalzo a insostituibile. Le alternative in mediana latitavano e Shakhov, ancora poco più di un oggetto misterioso, è stato l’unico cambio possibile. Senza contare un Mancosu al rientro e non in perfette condizioni fisiche.

SALUTE E MERCATO. Le condizioni fisiche appunto. Al di là del mea culpa di Liverani, l’augurio del tecnico, e di tutta la piazza, è di fare i conti nel girone di ritorno con degli effettivi non decurtati da infortuni e complicanze varie. Quest’andazzo ha caratterizzato il cammino del Lecce sin dall’inizio ma il tema va a incrociarsi con il calciomercato, già pattuito con “4-5 rinforzi decisi insieme a d.s. e società” riprendendo il virgolettato del tecnico. Gli innesti, questa volta, non si possono sbagliare se si vuole portare a termine la missione salvezza il prossimo 24 maggio.

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4 anni fa

Prego ai giocatori del Lecce quando scendono in campo un comportamento esemplare non come quello di Lapadula in Lecce Cagliari che andando a reclamare il pallone dal portiere si è fatto espellere per 2 giornate , non ci possiamo permettere questi atteggiamenti perché siamo una squadra poco considerata in serie A prego i dirigenti del Lecce facciano un calciomercato decente di riparazione e ingaggiando quegli elementi che facciano la differenza magari sorprendendo la serie A !

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