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Il punto di forza del Lecce per potersi salvare? L’unione di club, calciatori e tifosi

In un contesto complicato com’è la Serie A di oggi, abituata a respingere a ripetizione neopromosse e, in genere, realtà provinciali come quella giallorossa, la compattezza dell’ambiente è fondamentale.

La pausa natalizia consente, tra pittule, panettoni e bicchieri di spumante, di fare qualche riflessione su quella che è stata la (grossomodo) prima metà del cammino del Lecce tornato in Serie A dopo 7 anni. Un cammino fatto di alti e bassi, di colpacci, di tanti motivi d’orgoglio e di sofferenza. Sicuramente di tante difficoltà, e non meno ce ne saranno nelle prossime 21 battaglie.

Come potrà fare il “piccolo” Lecce ad uscirne indenne andando a conquistare quel suo personale Scudetto che è la permanenza in Serie A? Tralasciando gli aspetti tecnici, a cui abbiamo già dedicato ampi spazi e che comunque competono al ds Meluso e a mister Liverani, qui mettiamo in risalto un altro, fondamentale, fattore: l’unione dell’ambiente.

Una forza, un vero e proprio “dodicesimo uomo” risultato decisivo nell’uscire dall’inferno della Serie C, nel districarsi alla perfezione nel pantano cadetto e anche nell’approcciare nel modo giusto a un mondo nuovo: la Serie A. Da non intendersi solo come presenze sugli spalti, ma come remare tutti nella stessa direzione. Senza togliere merito al sostegno fisico, che al Via del Mare non ha ancora portato vittorie ma che è comunque servito nelle lunghe trasferte, qui si parla di qualcosa di più grande.

Club, staff tecnico, calciatori, addetti ai lavori, tifosi: tutti dalla stessa parte. Il Lecce come un unicuum di componenti che rende il Davide quale è pronto ad affrontare con orgoglio e vigore quel Golia che è la massima serie. Ne abbiamo avuto la prova tangente in estate, con la fiducia incondizionata a Meluso per un mercato difficile. Così come dopo le difficilissime prime uscite, a cui hanno fatto seguito momenti storici. Vedi i successi di Torino e Firenze o i pari con Juve, Milan, Cagliari su tutti.

Il Lecce ha dimostrato di potercela fare, come descrivono anche i numeri rappresentati dall’odierna classifica. Il modo, però, è uno solo. Restare uniti e non perdere di vista l’obiettivo. La società deve pensare a i tifosi e calciatori, e lo stesso deve essere per le altre componenti. E’ stato così fino ad oggi. E questo non deve cambiare dopo un finale di anno solare da incubo. Il rischio è quello di affrontare le tempeste con forze disgregate. E questo il Lecce non può permetterselo.

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