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Il 2019 del Lecce, un anno magico (terza parte): stadio e abbonamenti, che ritorno tra i grandi!

curva nord

Stiamo per salutare un anno strepitoso, entusiasmante, storico per il Lecce. Noi vogliamo ricordarlo raccontandovelo in quattro puntate. Oggi è la volta della fase di preparazione, tra difficoltà e record, della stagione in corso: quella storica del ritorno in Serie A.

Archiviata la festa-promozione, era giunto il momento di rimboccarsi le maniche. Per Lecce e per il Lecce la Serie A è una vetrina importante, un traguardo straordinario, una dimensione quasi onirica da mantenere il più a lungo possibile. Ma Serie A non è solo sinonimo di onori. Vuol dire anche, e forse soprattutto, oneri importanti, non semplicissimi da gestire per un club importante, ma comunque piccolo e giovane, come Via Costadura.

Ed ecco che la prima lente d’ingrandimento, e non di poco conto, è finita sullo stadio. La questione Via del Mare, passata in secondo piano nei lunghi anni d’inferno in terza serie, aveva ripreso lo scenario già con il ritorno in Serie B. Figuriamoci in A, categoria nella quale l’impianto leccese, così com’era, non avrebbe trovato spazio per ragioni di sicurezza e regolamento.

Ed è lì che Sticchi Damiani e soci hanno dato il meglio di sé, sfoggiando un’unità d’intenti e qualità organizzative invidiabili che hanno dimostrato la forza della società giallorossa ancor più dei risultati ottenuti sul campo. La paura di giocare a lungo, o anche solo di esordire, lontani dal Salento è stata spazzata via a suon di concreta progettazione e tempistiche rispettate. Nonostante lo sfavore di molti dei pronostici.

Illuminazione adeguata, seggiolini sostituiti, struttura della Est rafforzata, manto erboso rifatto, settore disabili completamente rinnovato, nuova recinzione in trasparente e pista d’atletica finalmente coperta. In poche settimane il Via del Mare era già pronto a vivere la Serie A.

Gli sforzi della società in questo senso, ma non solo, sono stati premiati dalla clamorosa seppur non sorprendente passione del tifo giallorosso. Ogni record di abbonamenti è stato battuto, con la sottoscrizione di ben 18763 tessere, più dell’esordio in A nel 1985. Numeri da Champions League.

Passando al campo, l’estate giallorossa non è stata certamente più facile. La rosa, zeppa di eroi delle promozioni ma anche povera di esperienza in Serie A, andava notevolmente rinforzata. Tanti gli obiettivi sfumati, ma anche tanta la voglia della società di far bene dimostrata con i fatti e con spese non indifferenti per chi, come gestione, è alle prime armi in massima serie.

Ecco che, pur mantenendo lo zoccolo duro protagonista del salto (anche doppio, vedi Mancosu, Tabanelli, Riccardi, Dubickas e Bleve), sono arrivati ben tredici giocatori. Alcuni colpi navigati per la A, come Rossettini, Lapadula, Farias o Babacar. Altri scommesse estere, anche con esperienza in campo internazionale, vedi Vera, Imbula, Shakhov e Benzar. Materiale di livello tutto sommato adeguato agli obiettivi del Lecce. Ora stava a Liverani far partire l’operazione-impresa: cercare la salvezza.

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