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Lecce, l’attaccante più in forma è…Liverani

Il Lecce si sblocca anche negli scontri diretti e lo fa nonostante le criticità offensive dettate dagli stop a Falco e Saponara. Senza i due fantasisti, il solito riempimento dell’area ha portato ai gol-vittoria.

E sono tre. Tre vittorie consecutive di cui due tra le mura amiche del Via del Mare. Bis di vittorie in casa. Una chimera paurosa ora addomesticabile dai ragazzi in giallorosso, finalmente sbloccatisi tra le mura amiche e ora a quota 25 punti.

INEDITO. Era difficile riproporre la prestazione monstre di Napoli per più ragioni. La prima, l’effetto sorpresa avuto al San Paolo era difficilmente riproponibile contro una SPAL venuta a Lecce per colpire in ripartenza grazie al centroboa Petagna, il migliore dei suoi. Strategia giusta e nobile, con buona pace delle dichiarazioni del neotecnico Di Biagio sin dal suo insediamento.

PARTITA PESANTE. In più, il significato enorme della gara, da vincere per dare una…spallata proprio agli estensi ultimi in graduatoria. Il Lecce ha conquistato i primi tre punti in una gara dove si presentava da favorito e lo ha fatto conducendo la gara per lunghi tratti. Le occasioni spalline sono sì giunte, ma, come in altre occasioni, anche i giallorossi hanno avuto le chance non sfruttate.

SENZA SAPONARA E FALCO. Le certezze giunte in questi due match grazie all’apporto dei nuovi sono state mozzate nell’immediato prepartita. Prima lo stop a Saponara alla vigilia e, durante la gara, Falco che alza bandiera bianca dopo una settimana di allenamenti perlopiù in differenziato.

ATTACCA LIVERANI. Con Lapadula condannato alla lotta solitaria contro Bonifazi e Zukanovic e Mancosu inizialmente sottotono, anche a causa di un tocco mandato in aria da buona posizione, è arrivato il comandamento, l’ennesimo, di Fabio Liverani. Il tecnico ha instillato i valori del sacrificio a tutti suoi elementi e il Lecce ha attaccato l’avversario in massa, portando tantissimi uomini nell’area avversaria per trovare più soluzioni.

MANCOSU SI RIALZA. Con Shakhov in campo (positivo palla al piede nei momenti duri del finale e non solo) al fianco di Mancosu dietro Lapadula, i padroni di casa hanno trovato di forza il vantaggio. Zan Majer, colui che poi si rivelerà l’uomo-vittoria. si è guadagnato un rigore a seguito di un riversamento nell’area comandata da Berisha. Pestone di Bonifazi incassato e pallone che pesava come un macigno messo in gol dal dischetto da capitan Mancosu, all’ottava segnatura nella massima serie.

LIVERANESIMO I. Riguardando l’azione del gol, si vedono i movimenti forsennati dei centrocampisti nei sedici metri avversari. Majer sapeva già quale zona attaccare e come sin dallo spiovente, tant’è che è arrivato lo stesso al tiro nonostante il fallo subito. Si è parlato del sacrificio deciso dal tecnico anche per i più dotati tecnicamente. La forza offensiva di questo Lecce è proprio nella dedizione nei confronti del proprio tecnico e del proprio credo che tutti i calciatori sembrano avere gara dopo gara, a maggior ragione a seguito di miglioramenti di rendimento e nella rosa.

CRITICITA’. Tra un gol e l’altro, però, si è visto anche l’aspetto negativo dell’undici. In difesa, un po’ per fatica che a lungo andare rallenta le iniziative, un po’ per valori tecnici, si soffre. Ancora una volta, dopo il poker Parma-Inter-Verona-Udinese, sono tornati i gol subiti da palla inattiva. Petagna-gol su corner di Valdifiori rischiava di cambiare l’andamento della contesa. Lucioni e (più) Rossettini non hanno trovato spesso le giuste misure per aggirare il centravanti futuro sposo del Napoli, che ha spesso destato pericoli. Vigorito, alla terza presenza con vittoria, è stato anch’egli provvidenziale nell’intervento su Strefezza.

LIVERANESIMO II. Scampati i pericoli, il Lecce ha rimesso la freccia con un altro gol tanto caro al suo tecnico. La ripartenza vincente condotta già dalla propria trequarti, ha portato al gol Zan Majer, finalmente in rete in Serie A dopo l’urlo in Coppa Italia con la Salernitana. Riguardando l’azione, si nota ancora il riempimento degli ultimi metri avversari condotto dal Lecce.

Leggi qui la nostra analisi sul “riempimento dell’area avversaria” sancito sempre da Liverani

SPIEGAZIONE. Ci spieghiamo meglio. Mancosu, una volta ricevuta palla da Shakhov, aveva tre soluzioni di passaggio per arrivare alla stoccata. Il 37, poi servito a destra, Lapadula per vie centrali tra Bonifazi e Zukanovic e l’ucraino per il passaggio di ritorno sul mancino. Anche due tiri su tre di Barak sono nati così, con l’assistman che elegge al tiro il ceco da fuori. Un’altra azione, infine, ha portato alla sassata da fuori nonostante la contestuale presenza in area di Lapa e compagni. Barak, una volta fallito il gol della domenica, si è prontamente scusato coi compagni. Segnale di come i dettami del liveranesimo siano ben fermi nelle menti di tutti gli interpreti del Lecce, vecchi e nuovi.

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