“I top player sono tali anche per questo motivo. Non lasciano nulla al caso sotto ogni profilo. Sono loro a sollecitare ogni tipo di approfondimento, a non accontentarsi mai, a seguire con scrupolo i consigli”, ha affermato il noto personal trainer.
Tiberio Ancora, personal trainer con tante collaborazioni di rilievo nel mondo del calcio (Nazionale italiana, Juventus, Chelsea e Lecce tra le altre) parla a La Gazzetta del Mezzogiorno (intervista di Antonio Calò) del comportamento che i calciatori professionisti devono avere in questo periodo di stop forzato.
STILE DI VITA DA PROFESSIONISTA. “Un atleta professionista deve restare tale anche in vacanza e questo vale a maggior ragione in una fase di sosta obbligata come quella che i vari sport sono costretti ad osservare in questo periodo. Allenamento ed alimentazione vanno di pari passo, sono aspetti dai quali non si può prescindere. Bastano dieci giorni di comportamenti non rispettosi dei regimi prescritti perché ci sia un calo della condizione psico-fisica. I calciatori moderni ne sono ben consapevoli. Non accade più che un giocatore si lasci andare, nei periodi di inattività, a stili di vita non consoni al proprio status. Tra l’altro, in questo caso non parliamo di vacanza, ma di uno stop al quale seguirà una ripresa dell’attività”.
APPROCCIO UGUALE PER TUTTI. “Il mio è un discorso generale. Ogni staff tecnico ha le proprie metodiche, ma l’approccio non muta. Non si può fare a meno di sollecitare e di sostenere i parametri di ciascun atleta, sulla scorta delle caratteristiche di ognuno perché ognuno ha una richiesta metabolica differente. Tutto ciò è fondamentale in vista del ritorno all’agonismo perché, nel calcio moderno più che in quello del passato, l’impatto della fisicità nell’economia di un incontro è determinante”.
CALCIATORI COSTANTEMENTE MONITORATI. “Questo fatto rende possibile proporre a ciascuno un allenamento atletico ed un regime alimentare personalizzato, che dev’essere estremamente bilanciato. In questo contesto, è poi possibile cercare anche di venire incontro alle preferenze alimentari dei singoli, a maggior ragione perché si ha sempre più a che fare con giocatori provenienti da tutto il mondo, ciascun con peculiarità differenti. Più si sale nella scala dei valori più si gestiscono calciatori che curano i minimi dettagli. I top player sono tali anche per questo motivo. Non lasciano nulla al caso sotto ogni profilo. Sono loro a sollecitare ogni tipo di approfondimento, a non accontentarsi mai, a seguire con scrupolo i consigli”.
