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Saponara: “La mia esperienza a Lecce è partita con il botto. A chi devo un grazie? A Sarri…”

Il trequartista giallorosso ha parlato, in diretta su Instagram ospite di Radiolvidados intervistato da Cesare Pomarici, amico d’infanzia e di scout, del delicato momento che sta vivendo il calcio italiano.

STOP AL CALCIO.Se si è fermato il calcio la situazione allora è veramente grave, il mondo del pallone sembra un pianeta a parte, ma non siamo macchine, non potevamo svolgere regolarmente il nostro lavoro. E poi anche le partite con spalti deserti non sono belle da giocare, una situazione surreale. Credo si farà di tutto per concludere il campionato altrimenti ci sarà una perdita economica troppo alta. Però il rischio era troppo alto considerando tutte la massa organizzativa che gira intorno al calcio”.

RICORDI D’INFANZIA.Ricordo quando giocavamo sotto casa e tiravamo fino a tardi, fino a quando le urla di mia madre erano un ordine per rientrare in casa”.

CARRIERA.Nella vita siamo sempre chiamati a superare delle prove. La carriera di un calciatore ha momenti di picco e altri di grande difficoltà. La mia non è stata da meno. Sicuramente anche questo momento ci insegnerà qualcosa”.

ESPERIENZA A LECCE.La mia esperienza a Lecce è partita con il botto, la mia prima partita con la maglia giallorossa è coincisa con la prima vittoria al Via del Mare. Sono stato accolto benissimo, da un gruppo affiatato e da un tecnico e una società che mi hanno fatto sentire il proprio calore. E poi mi ha aiutato pure il calore e la disponibilità dei leccesi, mi sono ritrovato in un ambiente familiare, è una bella realtà che mi stimola. E anche il Salento, con i suoi paesaggi, mi ha colpito”.

MAURIZIO SARRI.Marcello Carli (attualmente ds al Cagliari) è stato il mio padre calcistico, ma a darmi ancora più consapevolezza delle mie capacità è stato Maurizio Sarri: mi permise di avere una crescita molto più rapida. Non nascondo che mi sono affidato pure a un mental coach, ma con questa figura oltre un certo punto non si va. La mia icona calcistica, invece, è sempre stato Kakà, un sogno realizzato averlo avuto come compagno di squadra. Quando mi prese il Milan non volevo crederci”.

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