Sulle colonne della Gazzetta del Mezzogiorno, spazio al pilastro del Lecce 1992/1993 di Bolchi, promosso in A. L’ex calciatore fu il vicecapocannoniere di squadra con 8 gol, uno in meno dell’attaccante Rizzolo.
A MODENA. Le dichiarazioni (rese nel colloquio con Antonio Calò) cominciano dalla ricorrenza con Modena-Lecce 1-1, gara giocata il 4 aprile 1993: “Ricordo bene la sfida coi canarini e ricordo ancora meglio la stagione nonostante siano trascorsi tanti anni. Il Modena sgomitava in cattive acque, ma ci mise tanto ardore agonistico e ci creò notevoli difficoltà. Allo scadere del tempo regolamentare, recuperai palla avviando il contropiede. Mentre giungeva il traversone di Notaristefano mi proiettai in area, colpì di testa e pareggiai. Raggranellammo un punto prezioso per la nostra scalata”.
IL CAMPIONATO. “L’annata era iniziata male, con 1 vittoria, 1 pari e 2 sconfitte. Prima della trasferta di Andria, il presidente Iurlano entrò negli spogliatoi e ci minacciò ‘caccio mister Bolchi e vi mando a casa’ invitandoci a dimostrare il nostro valore. Sbancammo il terreno della Fidelis e iniziammo una serie positiva di 19 gare. A Bari feci gol su rigore e andai in gol anche nella gara di ritorno, quella decisa dal gol di Melchiori alla fine”.
LA PROMOZIONE. “Conquistammo il salto in A vincendo in trasferta al Dall’Ara di Bologna. Avevamo tanta qualità ma il torneo era difficile. Sul piano personale mi regalai tante soddisfazioni”.
EMERGENZA COVID-19. Ceramicola racconta poi la sua personale situazione nel pieno della pandemia da coronavirus: “Sono qui da settembre in veste di vice allenatore di Vittorino Mauri sulla panchina del Mbour Petit Code, club di Ligue1 che fa capo a un centro distante 40km da Dakar. Il campionato è fermo da un mese a causa della pandemia che si sta diffondendo anche qui. Noi, per il momento, siamo bloccati. Spero di tornare in Italia, nella mia Riccione, tra 10-15 giorni. Questo periodo drammatico segnerà il futuro di tutti. Mi dispiace per i giovani, ma ci sarà una crisi senza precedenti”.
