In questi ultimi anni non è mai stato così tanto tempo dal Salento, ma la sua quarantena la sta vivendo a Teramo insieme a sua moglie e ad uno dei suoi due figli.

Un periodo particolare per tutti, anche per il direttore sportivo del Lecce Mauro Meluso che spera di poter tornare presto in campo, ma con la consapevolezza che nulla sarà più come prima.

Direttore come vive questa quarantena? “Sono a Teramo, perché lo scorso 9 marzo sono rientrato a Lecce da Portogallo e il giorno seguente sono rientrato qui. In questi giorni ho scoperto che brava persona è mia moglie – ride -, frequento di più uno dei miei figli, leggo libri, alcuni splendidi come Mille splendidi soli di Khaled Hosseini”.

Il Coronavirus quanto cambierà il nostro futuro? “Tanto. Qui a Teramo un amico che conoscevo da tempo è partito per la Lombardia e non è più tornato. Tutte queste morti ti tolgono le motivazioni, non è facile parlare di falcio. Questo virus costituisce una svolta epocale, come avvenuto tra medioevo e rinascimento. Dovremo imparare a convivere e cominciare a pensare che qualcosa non tornerà più come prima”.

Tornare a giocare o no? Come la pensa? “Vogliamo tornare a giocare, ma dovrà avvenire in estrema sicurezza. Vale più una sola vita umana che mille partite. Come società non intendiamo speculare su questo momento, non pensiamo a vantaggi o svantaggi, torniamo in campo affrontando il rischio della retrocessione”.

Questione stipendi. Che situazione c’è in casa giallorossa? “Il calcio è lo specchio della società civile, perciò come nel paese tutti devono fare un passo indietro ed essere ragionevoli. Per fortuna abbiamo a che fare con persone che hanno capito la situazione. Si tratta comunque di un problema che affronteremo quando avremo delle certezze. Su questo il Direttore Mercadante e il Presidente stanno lavorando, considerando anche la forte contrazione dei ricavi”.

C’è una partita in questa stagione che vorrebbe rigiocare? “La seconda di campionato, quella contro il Verona, non mi è proprio scesa. Perché l’abbiamo un po’ regalata, ci è mancato un po’ di esperienza. In più ci manca un calcio di rigore che non è nemmeno stato visto dal VAR. Per fortuna abbiamo fatto altre grandi prestazioni, soprattutto nel girone di ritorno in cui abbiamo conquistato 10 punti“.

Che rapporto c’è con i tifosi giallorossi? “Straordinario. Mi è rimasto in mente l’applauso post Atalanta. Neanche in paradiso una squadra viene applaudita dopo un 2-7. Una dimostrazione di affetto che non potrò mai diventare, qualcosa di incredibile. Mi auguro che si riparta con il pubblico perché le porte chiuse sono lo svilimento dello sport”.

Falco può sognare l’azzurro? “Me lo auguro. Per andarci ha affinato le sue qualità, ha fatto il salto mentale per pensare in grande”.

Mancosu è una storia da raccontare? “La sua è una favola! Ha tratto grande beneficio dal lavoro dello staff, dalla piazza, ma soprattutto ha capito come lavorare e con la sua applicazione è riuscito a togliersi grandi soddisfazioni”.

Il 2021 di Meluso e Liverani dove sarà? “Io non credo di spostarmi e mi auguro che il mister possa rimanere con noi. Tutto ciò dipende da tanti fattori, in primis il campionato. Viviamo di risultati e di ambizioni e lui è un ambizioso, siamo consci che può accadere che ci possa lasciare. Ci siamo sempre trovati bene, ma il tempo delle valutazioni è lontano”.

Dopo la quarantena cosa farà? “Verrò subito a Lecce per una riunione con il direttore Mercadante e il Presidente Sticchi, ma voglio rivedere anche mio figlio che non è qui con me e la mia famiglia in Calabria”.