Il difensore centrale ha parlato del momento di fermo che vivono il calcio e la vita di tutti i giorni, ma anche del campionato disputato sino ad oggi dai giallorossi.
QUARANTENA. “La sto passando con la mia famiglia, cercando di trasmettere serenità ai bambini. Diciamo che la mia giornata è incentrata intorno a loro. Poi cerco di tenermi allenato come posso, oltre a cucinare e cercare di imparare la chitarra. C’è consapevolezza, da parte mia, che a livello nazionale stiamo vivendo una situazione brutta, paragonabile a una guerra. Mi dispiace soprattutto per quelle zone maggiormente colpite, perché magari noi qui non sappiamo cosa vuol dire davvero la sofferenza che stanno passando quelle persone”.
CAMPIONATO. “Abbiamo avuto un buon andamento, puntando sulla nostra mentalità che abbiamo portato avanti sempre senza paura. A volte questo ci ha penalizzato, ma tantissime altre ci ha sorriso. Rispetto al girone d’andata, dovremo certamente fare meglio negli scontri diretti“.
A TRE O A QUATTRO. “Ho quasi sempre giocato in una linea a quattro, per questo è un modulo che sento più mio, a cui sono più adatto. Non ho avuto problemi però nemmeno in quella a tre, in cui serve coprire meno campo. E poi quando c’è intesa con i compagni e voglia di lavorare, il resto viene facile”.
AVVERSARI. “Quello più difficile da tenere è stato Duvan Zapata, quello più talentuoso Dybala. Ma va detto che non ho affrontato quest’anno né Ronaldo né Ibrahimovic”.
A LECCE. “Mi trovo benissimo, e sapevo sarebbe stato così vista la grande fiducia che dirigenza e staff tecnico hanno riposto in me. La città la conoscevo un po’, quest’anno ho avuto il piacere di apprezzarla ancor meglio. E poi la tifoseria è fantastica, Tomovic me l’aveva preannunciato”.
RICETTA. “Credo che il vero Lecce sia quello vista a Napoli, per qualità, mole di gioco prodotta, entusiasmo ed attenzione. Dobbiamo puntare a ripetere quel tipo di spartito per fare bene dopo la ripresa”.
SAMP. “La gara del Marassi con il blucerchiati è quella che rigiocherei. Meritavamo assolutamente di vincere, venire raggiunti in quel modo è stato ingiusto”.