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Il gol più bello di Checco Moriero a CL: “Avere i colori del Lecce addosso significa anche darci una mano”

L’allenatore leccese e bandiera giallorossa, ospite della nostra diretta, descrive il suo impegno quotidiano nell’aiuto alla città. Le azioni eseguite insieme agli “Angeli di Quartiere” sono raccontate con parole intrise di emozioni. Moriero ha voglia di essere decisivo come nei suoi passati di campo al Via del Mare.

INIZIATIVA. Francesco Moriero inizia a descrivere la sua mission benefica, portata avanti insieme a un altro ex calciatore illustre: “Insieme a Fabrizio Miccoli stiamo aiutando gli ‘Angeli di Quartiere’. Andiamo alla ricerca di beni di prima necessità tra i nostri amici commercianti, che ringrazio, e cerchiamo di dare il nostro contributo. Fabrizio ha iniziato per primo e poi mi sono sentito in dovere di chiamarlo. Mi è venuto in mente di mettere all’asta delle mie maglie, tre dell’Inter e una della Nazionale, una maglia importante, quella dell’esordio a Catania. Ho donato anche la maglia di finale di Coppa UEFA con la Lazio. Tanta gente dall’estero e il capo ultrà dell’Inter hanno acquistato le mie maglie per aiutare l’associazione e la nostra città. Si sono uniti anche Totti, Frey, Colonnese, Galante, tanti amici“.

LECCE E NON SOLO. L’ex centrocampista è attivo anche in altre zone d’Italia: “E’ bello vedere calciatori vicini ai problemi. Ci stiamo muovendo a 360 gradi. Aiuto anche la fondazione per la Campania di Cannavaro e Ferrara e Miccoli si è mosso insieme ai suoi ex compagni per Palermo”.

EMOZIONI. In seguito, Moriero cerca, e riesce, di dare immagini tangibili del supporto che si garantisce a famiglie in condizioni precarie a seguito del lockdown: “In queste azioni si toccano con mano le difficoltà  delle persone e io, quando torno a casa, non dimentico il sorriso di una bambina che riceve una mano”.

DEVOZIONE. E poi altre parole forti: Siamo figli di questa terra, quando io racconto la mia storia ai miei figli dico indossare la maglia del Lecce non significa soltanto mettersi in evidenza partecipando a tanti eventi. Significa bensì darci una mano tra noi leccesi, salentini. Noi non lo facciamo per pubblicità, non ci serve. Lecce è la nostra terra e qui ci sono le nostre famiglie. Tante famiglie non hanno lavoro, si colpisce anche la dignità della gente. Tanti si vergognano a chiedere una mano in questo periodo difficile. Adesso la gente si sta aprendo, anche grazie ai social”.

EROI DI STRADA. Checco descrive poi i veri attori protagonisti della consegna dei pacchi: I ragazzi dell’associazione, tutti disoccupati, sono degli eroi. C’è chi è in cassa integrazione, o chi un lavoro non ce l’ha proprio. Usano i propri mezzi per portare la spesa e fare chilometri per il prossimo. Noi cerchiamo di mettere la nostra immagine, le nostre amicizie, per dare loro una mano. Questa è la mia terra, se non facessi niente per aiutare mi sentirei male”. 

AUGURIO. Moriero si augura un supporto agli indigenti sempre più capillare: Spero che altri miei ex colleghi seguano le mie azioni, ma sono convinto che lo stanno già facendo. Se ci fosse qualcuno che ci desse una mano, sarebbero cose più grandi di scudetti vinti e di gare giocate con la nazionale. E’ la cosa più bella”.

RIPARTIRE O NON RIPARTIRE. C’è poi la lettura personale sul momento e sulle possibilità di ripresa dei giochi. Moriero è fiducioso sulla ripartenza, anche alla luce di una funzione importante che il football potrà avere per tutti. Non va trascurato però il quadro: “Il calcio non si fermerà, ancora non ci sono delle decisioni ufficiali ma qualche club si sta attrezzando con dei tamponi per ricominciare -chiosa il 51enne-. Faccio fatica in questo momento a pensare al calcio. La gente sta morendo“. 

IL PERCHE’ E LE CRITICITA’ IN LEGA PRO. “Lo sport, però, potrebbe portare più serenità nelle famiglie. Se le cose saranno fatte in sicurezza è giusto ripartire. E’ un’azienda che deve ripartire e può dare del bene alla gente in difficoltà per tanti motivi più importanti. Non vanno trascurati gli altri campionati oltre la A e la B. La Lega Pro è un campionato difficile, molti presidenti ci marciano su questa cosa e tanti ragazzi che guadagnano 1500 euro rischiano di perdere lo stipendio”.

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