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GdM – Nardin: “Mi piace il gioco di Liverani. Il Lecce è una squadra che diverte e non si chiude mai”

L’ex portiere giallorosso parla a La Gazzetta del Mezzogiorno (intervista di Antonio Calò) del team allenato da Liverani.

LECCE DI OGGI. «L’ho visto spesso in televisione. Mi piace il credo calcistico di Liverani. Quella giallorossa è una formazione che diverte e che non si chiude mai. D’altro canto, in serie A, se si bada solo a difendersi, prima o poi un gol lo si incassa e si perde. Meglio giocarsi le proprie carte con convinzione. I giallorossi, come spesso capita quando si è neo-promossi, hanno sin qui evidenziato un tantino di ingenuità e, proprio per questo, hanno incassato qualche gol di troppo. Ma sono stati sempre ampiamente in corsa per la permanenza, per la quale sgomiteranno sino in fondo se si tornerà in campo».

Aldo Nardin, poi, nel corso dell’intervista ricorda anche un famoso Lecce-Modena nella stagione 1977/78: era un Lecce che ambiva a consolidarsi in serie B quello che, il 14 maggio 1978, vinse per 2-0 contro il Modena, al Via del Mare, chiudendo i conti nel corso del primo tempo, grazie alle reti del bomber Fortunato Loddi e del mediano Giorgio Biasiolo. A fine stagione, il Lecce si piazzò in settima posizione, mentre a festeggiare la promozione in A fu l’Ascoli dei record, allenato da Mimmo Renna, leccese doc ed ex Lecce.

RICORDI DELLA PARTITA. «La società, ottimamente presieduta da quell’uomo schietto e pirotecnico che era Iurlano, puntava a crescere compiendo i passi giusti ed evitando di commettere azzardi. La squadra era equilibrata e di buon livello, costruita per disputare un campionato tranquillo, come fece, ma non per inseguire traguardi altisonanti. In organico c’erano tanti validi calciatori. Contro il Modena, sul nostro terreno, centrammo un successo convincente, regalando una bella soddisfazione al nostro pubblico, che era sempre molto caloroso e ci seguiva con tanta passione».

POTEVO ANDARE AD ASCOLI. «Mister Renna mi avrebbe voluto in bianconero. Ci fu una trattativa tra i due sodalizi, che però non trovarono l’intesa. All’epoca, il parere dei giocatori non contava quanto conta oggi. Io, tra l’altro, nel Salento mi trovavo benissimo. L’Ascoli dominò la scena: era un complesso di un altro pianeta per la B 1977/1978, si esprimeva molto bene, dando spettacolo, segnava tanti gol e ne subiva pochi. Insomma, un team fortissimo, che mister Renna aveva plasmato alla grande. Il mio rammarico non è stato quello di non essermi accasato in bianconero, ma di non avere ottenuto una clamorosa promozione in A nel torneo cadetto 1976/1977 nel quale, da neo-promossi, fummo a lungo in lizza per le primissime posizioni. Alla lunga, però, qualcuno mollò un po’».

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