Il patron dell’Udinese ha parlato della possibile ripresa degli allenamenti e della Serie A.
NON IL 13 GIUGNO. “Noi vogliamo giocare, lo ribadisco. Non sono d’accordo sul 13 giugno, è un insulto all’intelligenza. Se ascolta un qualsiasi preparatore atletico le dirà che un giocatore fermo in casa per due mesi e mezzo, un giocatore ha bisogno di almeno un mese di allenamenti veri, non quelli che stiamo facendo ora. Parliamo di sedute agonistiche con partitelle e scontri fisici. Noi siamo ancora oggi alle prese con allenamenti individuali e graduali. Devo ringraziare il Governo per la prudenza”.
CI SAREBBERO TROPPI INFORTUNI. “Sarebbe opportuno trovare una soluzione logica per giocare, altrimenti si rischiano tanti infortuni. In Germania ci sono stati 16 infortuni e loro giocherebbero una partita a settimana, nel nostro progetto ce ne sono due in sette giorni per vario tempo”.
CINQUE SOSTITUZIONI. “Sì, vogliamo iniziare in sicurezza, ci dobbiamo organizzare usando il cervello”.
ALLENAMENTI NEI CLUB. “Nel calcio c’è individualismo ed egoismo, con qualcuno che vuole fare il furbo. Qualcuno gioca con il pallone e ne ho le prove, ma non voglio fare nomi per rispetto della categoria”.
L’UDINESE HA IL CENTRO SPORTIVO. “Lo abbiamo ma senza hotel per dormire. Non c’è comunque problema, ne abbiamo uno a un chilometro. Il problema è un altro. Dovremmo andare in ritiro e i calciatori resterebbero 3 mesi in quarantena permanente, senza vedere nessuno. Stiamo correggendo il protocollo”.
QUANDO LA RIPRESA?
“Per essere coerenti, a mio avviso ci vorrebbe tutto il mese di giugno per gli allenamenti e a fine mese poi ripartire. Sono tre mesi che stiamo spostando tutto, potremmo trovare un accordo con la UEFA”.
DIRITTI TV. “Questo è relativo, potremmo metterci d’accordo. Stiamo uscendo dalle difficoltà anche se ci sono ancora 300 morti al giorno. Serve prudenza, abbiamo fatto un disastro con le partite a Milano e Valencia”.
SOLUZIONI. “Una può essere quella dei play-off e play-out”.