L’ex vice di Carbone, Gautieri e dell’attuale tecnico giallorosso si racconta ai colleghi di CalcioFere: “Quella salvezza vale come una promozione. A Cannara anche un po’ di Ternana”
Il suo nome è a suo modo nella storia delle Fere, perchè è tuttora il tecnico più giovane ad essersi seduto almeno una volta sulla panchina della Ternana in gare ufficiali: successe il 29 aprile del 2017, quando l’allora trentaseienne venne chiamato a sostituire Fabio Liverani, squalificato, nel match interno col Carpi. Quello 0-0 è ancora nella testa di Antonio Alessandria, oggi timoniere del Cannara, compagine che ha appena concluso sub judice il campionato di Serie D (Girone E): “Come potrei dimenticare quella partita – dice – grazie alla Ternana mi sono seduto per la prima volta su una panchina professionistica senior. Poi ho vissuto una stagione straordinaria”.
COME UNA PROMOZIONE. Nativo di Castrovillari, umbro d’adozione, Alessandria oggi vive a Bastia Umbra ed è reduce da una buona salvezza col Cannara, in serie D. Il suo cuore però è sempre a Terni: “Quando vivi una stagione come quella che ho trascorso io, le emozioni restano. Centrare una salvezza partendo dall’ultimo posto è una impresa che capita a pochi. Ma quello nostro, con Fabio Liverani, era un grande gruppo, che viaggiava sul filo dell’entusiasmo. Ricordo soprattutto quella gara di Ascoli, che sancì la salvezza, il viaggio di ritorno e la gente che ci ha aspettato all’arrivo a Terni, per festeggiarci come se avessimo centrato la promozione. Liverani è un grande tecnico, non mi stupisce quello che sta facendo a Lecce.
Un risultato che Alessandria rivendica con orgoglio, anche perchè realizzato con uno staff ‘a chilometro zero’: “Arrivai con la gestione Carbone, insieme al preparatore atletico Alessandro Scaia e a quello dei portieri Marco Bonaiuti – ricorda – tre umbri o comunque tre che abitavamo in Umbria. Ho avuto la fortuna di essere richiamato già con Gautieri, poi quando è arrivato Liverani, è tornato anche il resto dello staff. Grande merito di quella salvezza è stato anche del mio concittadino Danilo Pagni: ci trovammo per caso a Terni, lui arrivò dopo, ma fra noi c’è sempre stata grande sintonia.
RINUNCE DOVEROSE. A Cannara – e prima ancora ad Assisi – Alessandria si è rilanciato, anche se un piccolo rimpianto gli è rimasto: “Dopo Terni, Liverani, col quale ho subito auto un ottimo rapporto e col quale ci sentiamo ancora, mi chiamò per portarmi a Lecce– racconta – ma io ho fatto una scelta di vita, perchè stava per nascere mia figlia e quindi sarebbe stato un problema logistico per me. Spero un giorno di poter tornare su una panchina professionistica, magari anche a Terni, chissà”. Intanto, un pezzo di Ternana ce l’ha ancora con sè: “Marco Bonaiuti è il nostro preparatore dei portieri, poi quest’anno abbiamo avuto due ex rossoverdi, vale a dire Mennini che poi è andato ad Avezzano e Luca Mercuri che con me ha giocato da mezzala ed è cresciuto tanto: tornerà alla ‘cara’ Ternana più maturo, non solo tecnicamente”. E persino in serie D c’è stato modo di ricordare quella cavalcata: “Fabio Zara era al settore giovanile della Ternana e quest’anno era il massaggiatore del Flaminia Civitacastellana, che ho sfidato. A fine partita abbiamo scherzato parlando ancora di quella stagione”.
TANTI GIOVANI DA CRESCERE. Alessandria ha vissuto la quarantena in famiglia, a Bastia Umbra e adesso aspetta di discutere il futuro dopo la salvezza centrata col Cannara (il campionato è stato fermato definitivamente): “La società voleva una salvezza tranquilla, valorizzando i tanti giovani: questo abbiamo fatto, pescando i migliori talenti da Ternana, Perugia e Gubbio ed affiancandogli gente esperta, anche ex professionisti come Bazzoffia e Moracci. Mi piacerebbe restare, ma ho sempre anche il sogno di tornare fra i professionisti. Spero sempre che la mia strada e quella della Ternana tornino prima o poi ad incrociarsi: ho vissuto in rossoverde una fase bellissima della mia carriera da tecnico”.
