I tre calciatori del Lecce hanno avuto esperienze diverse l’una dall’altra in rossonero, almeno nello svolgimento. L’esito è però stato lo stesso, e lunedì avranno un’altra occasione per rifarsi.

Cosa accomuna Gabriel Vasconcelos Ferreira, Gianluca Lapadula e Riccardo Saponara? L’essere dei punti di riferimento del Lecce di Fabio Liverani, certamente. Ma non solo, soprattutto nell’ottica del prossimo impegno di campionato con il Milan. Tutti e tre sono stati delle promesse non mantenute in rossonero, sebbene le loro storie hanno avuto andamenti differenti. E tutti e tre arrivano al match di lunedì con una gran voglia di dimostrare le proprie qualità.

Partiamo da Gabriel, il portiere brasiliano classe 1992 che proprio il Milan ha portato in Italia. E non senza pressioni, dal momento che quando fu prelevato dal Cruzeiro per poco meno di un milione di euro era considerato addirittura il nuovo Dida. Eredità non di poco conto da raccogliere per un estremo di grandi speranze, ma che non aveva certo l’esperienza del connazionale ai tempi in cui arrivò al Meazza. In comune ci fu qualche errore tra i pali, dettato certamente dalla troppa emozione.

Per lui, però, niente nuove chance, nemmeno quando in prestito al Carpi fu protagonista di una cavalcata perfetta, risultando insuperabile. Per Gabriel nessuna seconda possibilità. La Serie A se l’è dovuta infatti riprendere con la forza dopo le buone annate con Empoli e Perugia, fino alla chiamata del Lecce. Già all’andata fu decisivo nel contenere gli insistenti attacchi di un Milan devastante nella prima ora di gioco. Sul 2-2 dell’andata ci sono anche i suoi guantoni, ed è pronto a pronto ora a concedere il bis.

Se a Gabriel non sono state concesse nuove opportunità, ancor più “crudele” è stata l’esperienza milanista di Gianluca Lapadula. Questo perché, come noto, la punta del Lecce è stato, numeri alla mano, il miglior attaccante con il 9 rossonero sulle spalle nell’era post Pippo Inzaghi. Matri, Fernando Torres, Higuain, Destro, Pato, André Silva: tanti nomi, ma nessuno ha fatto più degli 8 gol in Serie A dell’italo-peruviano.

Eppure, nonostante uno score interessante per un esordiente in Serie A, il Milan non ci ha pensato su due volte, cedendolo al Genoa dopo appena 12 mesi. Questo nonostante fosse considerato un pupillo dall’allora presidente Silvio Berlusconi, che lo aveva fortemente voluto dopo l’exploit pescarese. Una ferita aperta per Lapadula, che ora cercherà di tornare al gol contro la sua ex squadra.

Chi al Milan era arrivato come il trequartista che poteva far innalzare la qualità di una rosa che, nomi a parte, era povera di fantasia, è Riccardo Saponara. Tra tutti, il ragazzo esploso in maglia Empoli è stato certamente il più deludente. E forse anche il meno responsabile di un’avventura rossonera sotto le aspettative, in quanto a far la voce grossa nell’occasione furono gli infortuni.

18 mesi di Milan, appena 8 presenze: troppo poche per considerarlo un fantasma, sebbene siano in pochi i tifosi milanisti ad avere ricordi vividi della sua non-esperienza nel San Siro rossonero. In realtà Saponara la sua dimensione al Milan non riuscì a trovarla, e per una serie di ragioni, non solo fisiche. Un mancato ambientamento alla sua prima occasione da big che contribuisce a rendere Lecce come una delle ultime spiagge per rilanciarsi, per dimostrare che chi voleva punta su di lui non si sbagliava. E, perché no, l’undici di Pioli potrebbe essere l’avversario perfetto per vedere, ancora una volta, chi è il vero Saponara.