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Tra caccia al settimo posto e possibili rivoluzioni future: è un Milan con poche certezze

All’andata contro il Lecce fu esordio di Pioli dopo caos e delusione. Ora le cose per i rossoneri vanno meglio, ma la testa è più al futuro che al presente.

Anche se non è la prima stagione in cui va sotto le aspettative, anche quest’anno il Milan può essere annoverato come una delle principali delusioni della Serie A. E, tra alti e bassi, non arriva certo alla ripresa del campionato contro il Lecce con quella carica necessaria che una big ancora in corsa per l’Europa dovrebbe avere. Complice l’eliminazione dalla Coppa Italia di venerdì scorso.

Eppure di ambizioni estive ce n’erano eccome dalle parti di Milanello. Alla Champions sfiorata con Gattuso aveva fatto seguito la chiamata del promettente Giampaolo, che aveva dalla sua anche la “mente libera” di chi, causa sanzioni UEFA, non aveva nemmeno l’assillo del dover giocare l’Europa League. Ma l’avvio di stagione è stato un disastro, con i rossoneri a bazzicare di poco al disopra della linea salvezza.

Out Giampaolo nonostante il successo di Genova, in Pioli ma esordio ancora una volta deludente con il Lecce. Troppi elementi a dir poco sottotono (Piatek su tutti, ma l’elenco è lungo), e anche per il neo allenatore è dura. Ciononostante l’ex Fiorentina raddrizza la barca soprattutto ritrovando solidità difensiva, mentre in avanti si continua a tentennare. Da qui il colpo invernale: il ritorno di Zlatan Ibrahimovic.

Con lo svedese l’undici milanista risale la classifica, fino ad inserirsi nella lotta per il settimo posto, l’ultimo valido per l’Europa League. Prima della sosta a interrompere la marcia rossonera ci ha pensato il Genoa, corsaro a San Siro. Poi lo stop che doveva far ritrovare le energie, e che invece ha fatto perdere un elemento fondamentale come Zlatan Ibrahimovic, oltre a Duarte e Musacchio. Assenza, quella della sua stella, che si è fatta sentire nella Coppa con la Juve, dove il Milan ha fatto vedere la solita ottima coesione dietro, ma poche idee in avanti.

Complice il rosso a Rebic, che invece con il Lecce ci sarà ad agire probabilmente da punta centrale, anche alla luce delle deludenti prestazioni dell’altro elemento offensivo Leao. Pioli in inverno ha puntato tutte o quasi le sue fiches proprio sul croato, coadiuvato nella fantasia da Castillejo e Calhanoglu, fondamentali benché altalenanti. I pochi, assieme agli elementi cardine della difesa (ma su Romagnoli c’è il PSG), che potrebbero avere un futuro nel Milan che si sta costruendo nell’ombra.

Mentre l’undici di Pioli lavora sul campo, infatti, il futuro allenatore Ralf Rangnick, fortemente voluto da Gazidis, sta già lavorando per realizzare un Milan a sua immagine. Programmazione, certo, ma anche un elemento di disturbo per i rossoneri del presente.

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