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Orgoglioso, rabbioso, concentrato: il Lecce c’è! E ora via ai giorni della speranza

I giallorossi non ne hanno più degli avversari, ma hanno capito quanto rabbia e motivazioni possano fare davvero la differenza. E ora, senza illudersi troppo, si può sognare.

Gli sfortunati ko con Samp e Genoa (per il mancato rosso a Bonazzoli il primo, per la schiena di Gabriel il secondo) hanno fatto molto male. Ma forse ancor più male, se possibile, hanno fatto i mancati successi con Cagliari e Bologna, due squadre che ci hanno provato fino a un certo punto e contro le quali il Lecce non è riuscito ad imporre le proprie motivazioni. Cosa che i giallorossi sono riusciti finalmente a fare ieri alla Dacia Arena.

L’Udinese non era la squadra più imbattibile del campionato, ma era tra quelle che meglio avevano fatto nel post-ripresa grazie a Lasagna-De Paul-Fofana in formato super. I bianconeri avevano, nonostante le tante defezioni, mostrato inoltre un’ottima condizione fisica, tanto da riuscire a battere la Juventus appena una settimana fa. Nulla a che vedere con il zoppicante (metaforicamente e non) Lecce, che poteva metterla solo su un piano: quello delle motivazioni.

E finalmente ci è riuscito, sopperendo al gap tecnico con l’orgoglio, la rabbia, la giusta mentalità che ha ridotto al minimo gli errori di una difesa non adattissima alla Serie A, ma finalmente concentrata. Il gol da Samir, un’altra bella parata e mezza di Gabriel e nulla più. Colpa di avversari magari appagati, certo, ma anche di un buon approccio al match e dell’atteggiamento giusto, concreto, cattivo e voglioso di chi si deve salvare. Il Lecce c’è.

E ora? Nessuna illusione, per carità. Per il Lecce essersi ritrovato ora potrebbe essere troppo tardi. Pesano i ko con le genovesi in due match assolutamente non da sconfitta, pesa la mancata vittoria di Cagliari e quella di Bologna. Da queste sole quattro tiratissime gare mancano 5 punti (minimo) mancati davvero per un nulla. Ma ora recriminare non serve, e per i bilanci ci sarà tempo.

Intanto ci si può godere questi quattro giorni di speranza. Sofferente certo, ma pur sempre sudata e meritata, con l’orgoglio di chi è giunto all’ultimo turno con la possibilità di giocarsi qualcosa di importante. Vietato illudersi troppo, vietato dare i tre punti con il Parma per scontati. Ma Udine dimostra che questa squadra quando vuole, quando c’è, può anche raddrizzare il proprio destino.

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