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Prandelli: “Liverani? Vincente. Il Lecce non meritava di retrocedere, ma senza una punta…”

L’ex allenatore di Lecce e Genoa ha parlato a Tmw, tra gli altri temi, della lotta salvezza appena conclusa.

VITA DA ALLENATORE. “Quando decidi di fare questo lavoro, devi renderti conto che non dici sempre la verità: non c’è nessuna Bibbia, tutti possono avere le proprie opinioni, alle quali poi darai le tue risposte. Qualche domanda può fare arrabbiare, ma fa parte del gioco: c’è molto di peggio nella vita”.

SARRI E CONTE. “I risultati dovrebbero avere sempre un peso, vincere non è mai facile, così come avere miglior attacco e miglior difesa: è tutto complicato negli ultimi tempi, e per fortuna lo è. La stagione non è ancora finita: Inter e Juve hanno impegni europei, quindi se vincessero le rispettive competizioni cambieremmo tutti gli aggettivi. Aspettiamo qualche giorno, ma per me l’Inter ha fatto una stagione importante: è l’unica che in questo momento può competere con la Juventus. Probabilmente Conte voleva stimolare la società a tenere quel passo. Forse hanno illuso tutti all’inizio dell’anno: sembravano poter reggere e invece hanno avuto una flessione forte. Bravo anche Sarri a capire ed accettare che la sua proposta di calcio non poteva essere messa dentro al 100%, lasciando più libertà a chi aveva fantasia”.

IL GENOA. “Sono stagioni sempre simili, e andrebbe capito perché cambiando tanti allenatori certe situazioni rimangano. Sono contento per loro, ma molto dispiaciuto per il Lecce di Liverani: non avrebbe meritato di retrocedere per come giocava un calcio propositivo. Non aveva però un terminale che facesse tanti gol per salvarsi”.

DIFESA DEL LECCE. “I gol subiti sono tanti, ma se vuoi un calcio propositivo devi metterli in preventivo. La controprova nel calcio non esiste, e per me la mentalità di Liverani è vincente: molte partite il Lecce le ha perse non meritando, in quanto a qualità avrebbero meritato di salvarsi”.

IL 2018/2019 AL GENOA. “Cercando di essere chiaro, alla terzultima sbagliammo un rigore di Sanabria con la Roma: avessimo vinto lì, non ci sarebbero stati gli ultimi secondi dell’ultima gara. Le difficoltà di Juric le ho trovate pure io: problemi nel fare un gioco fisico, fatto di ripartenze collettive. Secondo me un presidente dovrebbe sentire molto di più il suo allenatore e non tutte le persone che gli ruotano intorno. Devi assecondare l’allenatore per fare un certo tipo di gioco”.

LIVERANI DA CALCIATORE. “Lo capisci da come leggono il gioco e certe situazioni, certi giocatori. Poi magari fanno altro per scelta, ma di calciatori che diano valutazioni obiettive, ce ne sono. Pensiamo al possesso palla, che oggi è diventato di moda: se è nella metà campo avversaria allora ok, ma nella propria non ha molto senso”.

 

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