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Lazio-Atalanta hanno fatto sognare gli italiani, Napoli e Toro da incubo: il pagellone della Serie A 19/20

Per il Lecce una sufficienza meritata, meglio di molte e parecchio più attrezzate contendenti. Benissimo anche Verona, Juve cinica e Inter sprecona: i nostri voti.

LAZIO 8,5 – E’ stato il club che ha fatto sognare gli esterni al conflitto nella zona Scudetto la conclusione dell’assoluta egemonia bianconera. Solo il Napoli di Sarri era riuscito nell’impresa di osar puntare dritto al Tricolore, ed i romani forti di un gioco esaltante, di una difesa granitica e di un attacco formato Champions avevano inanellato una serie incredibile di risultati utili. Senza uno stop che ha rimescolato le carte facendo crollare bomber Immobile e soci sul piano fisico, sarebbe stato duello epico con i biancocelesti addirittura favoriti

ATALANTA 8,5 – Che impatto avrà l’esordio in Champions League per gli orobici? E’ una domanda che tutti nel mondo del calcio italiano si sono chiesti in estate, colpevolmente dubitanti della solidità della macchina perfetta del Gasp. Il risultato è stato da stropicciarsi gli occhi: qualificazioni ai quarti nonostante l’incerto avvio, secondo terzo posto di fila in scioltezza e, la buttiamo lì, senza qualche infortunio di troppo e l’avvio a rilento (complice esilio a Parma) sarebbe stato Scudetto

VERONA 8 – Alzi la mano non chi aveva previsto la salvezza scaligera la scorsa estate (impossibile) ma anche solo chi non dava ai gialloblu l’ultima piazza nelle previsioni della vigilia. Una delle sorprese più clamorose degli ultimi dieci anni di Serie A ha emozionato tifosi che non sognavano tanto dallo Scudetto 1985, accarezzando la qualificazione Europa League senza campioni ma con un gruppo granitico firmato Juric. Che si è purtroppo messo in ridicolo con la pantomima del Ferraris all’ultimo turno, costatagli l’ottava piazza: peccato

JUVENTUS 7,5 – Stavolta se l’è davvero vista brutta l’armata bianconera, sempre in difficoltà ma sempre salvata dai singoli quando c’era bisogno di tenere la testolina avanti. Resta l’impressione che solo le gare ogni tre giorni abbiano consentito ai bianconeri di sfruttare il gap in termini di rosa che vantano da sempre (dopo il primo scudetto del filotto) rispetto ai concorrenti. Ma guai a dare la colpa a Sarri: il tecnico ha raccolto il massimo, o quasi, dal conflitto di mentalità creatosi tra il suo dna e quello, esclusivamente risultatista, del club torinese

INTER 7 – Poteva sfruttare meglio la stagione più equilibrata nelle zone alte degli ultimi 8 anni. E soprattutto poteva sfruttare meglio le risorse che Conte, ingiustamente ingrato verso il club, ha sempre avuto in mano, andando magari a strappare quegli scontri diretti con Juve e Lazio (al ritrono) che sarebbero valsi lo Scudetto. Resta qualche rimpianto, ma il secondo posto rende quella nerazzurra una stagione di tutto rispetto

SASSUOLO 7 – L’avvio di stagione lascia presagire ai neroverdi un ritorno alla lotta per la salvezza che li aveva interessati solo all’inizio del rapporto con il massimo campionato. Una partenza diesel servita solo ad illudere gli avversari, perché alla lunga qualità e soprattutto idee di gioco chiare e vincenti firmate De Zerbi sono venute fuori. E nel post lockdown sembra di vedere il Barcellona

PARMA 7 – Tra le sorprese della Serie A, i ducali hanno tratto il massimo, o anche di più, da una rosa da salvezza, puntellata da quei due-tre campioni capitanati dal crack Kulusevski. La compattezza del gruppo di D’Aversa ha fatto sognare il ritorno in Europa ad un club che studia per tornare grandi. E chissà se, senza i ko fisici post pandemia, lottare per il sesto posto non sarebbe davvero stato realtà

BOLOGNA 6,5 – In tanti si attendevano molto di più dai rossoblu, arrivati dodicesimi complice il crollo motivazionale di fine stagione. C’è però da trovare una scusante non da poco nell’avvio a rilento complice condizioni difficili del condottiero Mihajlovic, uno che in settimana e a bordocampo si fa sentire. Per il salto di qualità ci sarà tempo

CAGLIARI 6,5 – Impossibile dimenticare come e quanto i sardi abbiano fatto sognare i tifosi fino all’arrivo dell’inverno. Mercato super e grande approccio hanno fatto respirare alla Sardegna Arena aria europea, spazzata via dal freddo, da una rosa di qualità ma non di quantità e dal crollo delle certezze di Maran. Zenga ha riportato speranza e fiducia, ed ai rossoblu è bastato pochissimo per evitare agevolmente il peggio

MILAN 6 – Nonostante l’assenza dalle coppe e la fiducia della vigilia, i rossoneri sono stati il più clamoroso flop della prima parte del campionato. Silurato Giampaolo, anche Pioli ha inizialmente faticato ad allontanare la zona retrocessione e mettere nel mirino il sesto posto. Impossibile però non dare il giusto peso a un post-lockdown da Scudetto: i rossoneri saranno stati anche “fortunati” grazie allo stop, ma la loro marcia con annessa qualificazione all’Europa League merita di essere riconosciuta

LECCE 6 – Agli altri giudicare se il nostro voto è di parte o meno, ma i giallorossi ottengono una sufficienza tutt’altro che strappata, bensì meritata se non ovvia. Il coraggio di proporre gioco anziché speculare sul risultato è valso a Liverani complimenti univoci, e al Lecce punti con 5 big su 7. I troppi gol subiti, figli di una rosa impossibilmente alla pari delle concorrenti già in A (per Meluso qualche errore ma la storia recente parla chiaro), sono costati una retrocessione che però i salentini avrebbero meritato in volata

ROMA 6 – Sufficienza strappata con le unghie solo perché il quinto posto non può essere considerato pieno fallimento. Però dalle idee di Fonseca e anche dai tanti giovani innesti di un Petrachi subito silurato ci si attendeva molto, molto di più. Un fine anno in crescita, ma anche il mancato Scudetto laziale, hanno rimesso in piedi una stagione che sarebbe potuta essere tragica

UDINESE 5,5 – Da mezzo decennio è abituata a tirarsi fuori dalla zona rossa solo allo sprint finale, ma stavolta in alcuni frangenti ha davvero rischiato grosso. Dopo la delusione-Tudor, la formazione friulana ha ritrovato certezze con Gotti, riuscendo a sommare punti giocando “all’italiana” ma segnando davvero ai minimi storici. Senza l’inatteso colpo con la Juve alla quart’ultima sarebbe potuti essere guai seri

FIORENTINA 5,5 – Il colpo di coda finale, con una conclusione di stagione di qualità grazie alla grinta portata da Iachini, ha evitato l’incubo ai viola. Anche quest’anno, causa tonfo Montella, per la Fiorentina è stata lotta salvezza anziché Europa League. Tutto questo nonostante campioni come Chiesa e Ribery, vessati dagli infortuni, e l’esplosione di Castrovilli: quella qualità che ha evitato il peggio nella fase clou

SAMPDORIA 5,5 – A proposito di colpi di coda, quello doriano è davvero la classica sterzata che rimette in pista una macchina allo sbando. Clamorosamente male con Di Francesco, la compagine blucerchiata che tanto bene aveva fatto un anno fa è riuscita a restare in A grazie all’esperienza di Ranieri ed a qualche episodio fortunato in un finale di stagione positivo. Ma la lotta per la permanenza fino alla vigilia del finale di stagione è esperienza da brividio

NAPOLI 5 – Se il Milan ha in pochi mesi scalato classifica e raddrizzato giudizi, per l’altra big delusa settimo posto e Coppa Italia non bastano a non essere additata come flop clamoroso. Sembra un secolo fa quando, in estate, gli azzurri erano affiancati all’Inter come principale indiziata a spodestare la Juve. Misteriosi dissidi interni hanno portato Ancelotti all’addio, e Gattuso è riuscito solo a rendere fallimentare una stagione comunque deludente

GENOA 5 – Assieme a Napoli e Torino, è la principale delusione della Serie A e la salvezza all’ultimo respiro non vale una riqualificazione. Girone d’andata da incubo, tanto da far apparire quello insufficiente del Lecce quasi come positivo. Poi Nicola ha portato entusiasmo in un girone di ritorno quasi da Europa League ritrovando le giocate di campioni come Schone, Pandev, Iago Falque e Sanabria, ma senza quella schiena di Gabriel sarebbe stata quasi certamente Serie B

TORINO 5 – Quint’ultimo, salvo alla terz’ultima, con uno score reti incassate da Serie B e totalmente privo della sua solita anima battagliere: il Toro è stato troppo brutto per essere vero. Il paragone con il settimo posto europeo di un anno fa è agghiacciante, così come il crollo avuto con la fine dell’autunno costato posto e reputazione a Mazzarri. Prestazioni di una rosa pur ben costruita sotto ogni previsione, stavolta ha rischiato davvero grosso

BRESCIA 4,5 – Ok i giovani, ok una Serie A che mancava da tanto, ma la stagione dei lombardi non è assolutamente stata adeguata, anche oltre il mancato obiettivo salvezza. Le Rondinelle hanno deluso su più fronti, dando fiducia a giovani spesso acerbi e sbagliando ogni mossa di mercato, con i soliti noti della B a cadere in piedi. Poi Cellino ci ha messo del suo, vanificando a suon di esoneri il buon inizio firmato Corini che vale mezzo punto in più

SPAL 3 – Per carità i dubbi che quest’anno sarebbe potuto essere un altro campionato esaltante come i precedenti c’erano. Ma un ultimo posto arrivato in modo così netto e arrendevole era davvero difficile da immaginare, anche alla luce della buona campagna acquisti invernale. Semplici ha perso la strada presto, Di Biagio non è nemmeno riuscito a provarci ed il risultato è stato inevitabile

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