L’ex calciatore giallorosso parla a La Gazzetta del Mezzogiorno (intervista di Antonio Calò) dell’esonero di Fabio Liverani e dell’addio di Peppino Palaia.
NESSUNA PREOCCUPAZIONE. «Il terremoto delle ultime ore non mi preoccupa affatto. Il Lecce può contare su una società robusta, seria, composta da persone perbene, oltre che appassionate. Da alcune settimane, inoltre, la proprietà può contare sulla collaborazione di un responsabile dell’area tecnica del calibro di Corvino, che conosce il calcio come pochi. Pertanto, i tifosi stiano tranquilli perché sono certo che la scelta di esonerare Liverani non è stata un colpo di testa, ma un qualcosa di molto ben ponderato. Tra l’altro, se la fiducia nel tecnico romano si è incrinata per taluni suoi atteggiamenti, è stato meglio interrompere il rapporto prima di iniziare la nuova avventura, in quanto c’è tutto il tempo per pianificare comunque una stagione importante e per costruire una squadra di buon livello».
QUALCOSA NON QUADRA. «Se, dopo avere trovato una intesa ad una cifra di tutto rispetto per la serie cadetta, Liverani ha tergiversato nel firmare il contratto, non è azzardato pensare che ci sia qualcosa sotto. Del resto, la mia amicizia con Corvino è di vecchia data e so con certezza che la sua intenzione era quella di puntare sul trainer capitolino che, del resto, aveva altri due anni di contratto».
CRITICHE A LIVERANI. «Ho solo espresso alcune mie perplessità, da persona che conosce il calcio. Quando una formazione subisce tanti gol com’è accaduto a quella diretta dal tecnico romano occorre correre ai ripari ed occorre farlo a tempo debito, usando gli opportuni accorgimenti. Nel calcio, fondamentale è il risultato e, sotto questo profilo, la storia indica che il complesso salentino è scivolato nella serie cadetta ed il verdetto non muta per il solo fatto che abbia espresso un gioco propositivo. Insomma, non è solo una questione di qualità della rosa, ma anche di scelte. Così come sulle reti incassate su palla inattiva a proprio favore, in contropiede. Come deve disporsi il collettivo in simili casi lo stabilisce l’allenatore, non i calciatori. Pertanto, Liverani ha avuto grandi meriti in C ed in B, ma ha avuto anche le proprie responsabilità in negativo nella stagione da poco archiviata. Il che, tra l’altro, ci sta ampiamente».
L’ADDIO DI PALAIA. «Era noto che ci fossero delle divergenze tra staff tecnico e staff medico ed è innegabile ciò che sostiene il professionista di Squinzano, che ha una esperienza quarantennale nel mondo dello sport, ovvero che il Lecce abbia dovuto fare i conti con un numero esagerato di infortuni nell’arco dell’intera annata, la maggior parte dei quali non di natura traumatica. Ma questo aspetto è diventato ancor più eclatante dopo il lungo stop dovuto alla quarantena. Alla ripresa, infatti, la rosa salentina è stata letteralmente falcidiata dai forfait dovuti ad acciacchi vari».