L’ex attaccante del Lecce, ora allenatore delle giovanili del Frosinone, racconta il suo punto di vista sul nuovo allenatore del Lecce, suo compagno ai tempi del Palermo e guida tecnica al Chievo.
EUGENIO CORINI. “Non è permaloso ed ha un carattere non spigoloso. Tiene tanto all’abnegazione da parte dei propri calciatori e tollera talvolta l’errore tecnico. Parliamo di un allenatore che ha fatto molto bene ed è da considerare di grandissima prospettiva”.
4-3-1-2. “Nella mia esperienza di pochi mesi al Chievo, a Corini piaceva come rifinitore un giocatore con visione di gioco, abile nell’organizzazione della manovra. Insomma un play vero, pronto subito alla verticalizzazione, oltre a cercare gli spazi giusti per gli inserimenti degli attaccanti. Dava libertà di scelta all’interprete di quel ruolo. In attacco eravamo io, Luciano e Thereau. E proprio al francese, che aveva meno corsa ma era bravo nello smarcamento, dava il compito di trequartista. Anche se a Thereau non piaceva tanto”.
CONFRONTO. “Se Liverani impiegava una mezzala come Mancosu da rifinitore con compiti anche di sacrificio in fase difensiva, anche per Corini il trequartista deve garantire le due fasi. D’altra parte, lo richiede il calcio moderno.
FALCO. “Nasce trequartista, ma è stato utilizzato da esterno, vista la velocità e la tecnica. E’ un finto lento che ha forza e rapidità nelle gambe. Ama produrre colpi fantasiosi ma anche un calcio di sostanza”.
EREDITA’ DI LIVERANI. “Ciò che ha lasciato il tecnico è incredibile. In 4 anni il Lecce è arrivato ad avere una mentalità importante. Si è vista sul campo un’attitudine offensiva e propositiva. Sul divorzio non entro nel merito, dispiace a tutti ma solo i diretti interessati sanno le motivazioni. Corini raccoglie un’eredità importante e proseguirà sul solco del calcio propositivo, come ha già fatto con il Brescia”.
