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Salvezze e promozioni non godute appieno dopo una vita da “professore” in campo: la scheda di Corini

Conosciamo meglio il nuovo allenatore del Lecce, apprezzato regista di centrocampo da calciatore e spesso “equilibratore” nella sua carriera in panchina, dove i principali successi sono stati raccolti a Verona (sponda Chievo) e Brescia.

Eugenio Corini è il nuovo allenatore del Lecce. L’ufficialità è giunta nella serata di oggi dopo i contatti avvenuti nei giorni scorsi a seguito del tribolato esonero di Fabio Liverani. Il bresciano ha firmato un triennale con il club di via Costadura. Da oggi, Corini torna al Sud, dove ha già allenato a Crotone e Palermo, piazza dove ha costruito i suoi più grandi successi da calciatore.

INIZI IN CAMPO. Il 50enne, nato a Bagnolo Mella, vanta una bella carriera da centrocampista centrale. Dalle giovanili del Brescia, dove esordì con i pro nel 1987, si guadagna la stima della Juventus, che nel 1990 punta su di lui. In bianconero disputerà due stagioni prima del trasferimento alla Sampdoria. Coi blucerchiati giocherà solo una stagione, nel 1992/1993. Da lì, le tre stagioni successive saranno altrettanti prestiti: Napoli, ancora Brescia e Piacenza. Nel 96/97 andrà all’Hellas Verona, dove sì vivrà due annate, ma la rottura del crociato ridurrà in modo considerevole le presenze.

STABILITA‘. La vera rinascita di Eugenio Corini sarà il Chievo Verona. Neanche una seconda rottura del crociato lo fermerà. Coi clivensi sarà attore protagonista della promozione in Serie A del 2001/02 e regista, nel vero senso della parola, del miracolo Chievo. Al contrario di altri elementi, lascerà i Mussi volanti dopo la prima stagione nella massima serie. La maglia successiva rappresenterà la più lunga militanza. Il bresciano Corini accetta di tornare in B e si prende chiavi e cuore del Palermo, riportato subito in A nel 2003/2004. L’ascesa rosanero sarà veloce: Coppa UEFA centrata nel 2004/2005 e due stagioni da capitano condite da assist e punizioni-gol memorabili. Quando Corini lasciò il Palermo nel 2007 per incomprensioni con la società, i tifosi siciliani organizzarono una manifestazione fuori dal Barbera per rendergli onore. Al suo posto, Zamparini chiamerà…Liverani.

ESORDI IN PANCHINA. Corini chiuderà la carriera, anche per sopraggiunti fisici, dopo due stagioni con il Torino. Studia un anno per diventare allenatore e, già nel 2009/2010, arrivano le prime offerte. Nell’estate firma con il Portogruaro, allora neopromosso in B, per fare il vice a Salvatore Giunta. Le divergenze con la società veneta lo porteranno, pochi giorni dopo la nomina, alle dimissioni insieme a Giunta. A novembre dello stesso anno arriva il primo vero incarico, sempre in B, al Crotone (con Giunta vice). 8 punti maturati in 11 gare portano però all’esonero a febbraio del 2011. L’anno successivo subentrerà a Sabatini sulla panchina del Frosinone, in Serie C. Corini concluderà il torneo all’ottavo posto per poi rescindere consensualmente.

ANCORA MIRACOLO CHIEVO. Nell’ottobre del 2012 il Chievo, squadra che ha dato tanto al Corini calciatore, punta sull’ex play in Serie A per la sostituzione di Di Carlo. Con 42 punti realizzati in 32 gare i gialloblu si salveranno agevolmente (dodicesimo posto a 45 lunghezze a +13 dal Palermo), ma Corini non rinnoverà. Il Chievo però lo richiamerà ancora l’anno dopo. Stessa storia. Sannino esonerato e “il Genio”, soprannome nato dall’assonanza col nome proprio, sulla panchina del Bentegodi. La salvezza ottenuta sarà più sofferta, con l’aritmetica all’ultimo turno, e ci sarà il rinnovo. Poco fortunato. Nel 2014/2015 Corini vivrà il destino dei suoi predecessori Di Carlo e Sannino. Alla 7° giornata il Chievo ha cinque sconfitte già sul groppone e Campedelli decide ancora per il cambio in corsa: al posto di Corini arriva Maran.

MA MANCATO MIRACOLO PALERMO. Il 50enne torna ad allenare nel novembre del 2016, finendo nel tritacarne di una delle stagioni più complicate del Palermo. Subentrato a De Zerbi, colleziona solo sette gare in un campionato dove i rosanero cambiano cinque tecnici: Ballardini, Lopez e Bortoluzzi oltre a De Zerbi e allo stesso Corini. Nell’estate del 2017 riparte dal Novara, con l’obiettivo di tornare in Serie A. Dopo 25 partite, però, la promozione diretta è lontana e i piemontesi decidono di passare la mano a Di Carlo, che Corini sostituì anni prima al Chievo.

A CASA DA SUBENTRANTE. Ancora una volta, Eugenio Corini si presenterà da subentrante, in un’altra piazza a cui è legato sentimentalmente: la sua Brescia. Le Rondinelle silurano David Suazo e, con Corini, confezionano una cavalcata che, dalla metà classifica, porta dritta alle primissime posizioni del campionato. Uno dei punti di non ritorno della stagione è proprio la sfida col Lecce. Al Rigamonti, Corini batte Liverani e il Brescia s’attacca al treno promozione, che non lascerà più e dominerà chiudendo il campionato al primo posto nonostante la vendetta sportiva incassata al Via del Mare nello scontro diretto del ritorno con Tabanelli-gol. Il Brescia tornerà in A e Corini guiderà il carro dei vincitori, tra l’esaltazione dei gol di Donnarumma-Torregrossa, un calcio offensivo ma pragmatico e…un coro dedicatogli dalla curva bresciana.

PASTROCCHIO IN A. Cellino gli rinnova la fiducia per la Serie A ma, dopo 10 giornate, il Brescia ha 7 punti. Il ruolino di 1 punto in 6 partite convincerà la società a puntare su Grosso, ma l’operato del campione del mondo 2006 sarà disastroso. Corini rientra al Rigamonti a dicembre, vince due partite consecutive contro Spal e Lecce ma non riesce a rialzare completamente il Brescia, che sprofonda ancora e non riesce più a cogliere il bottino pieno. Corini sarà sollevato dall’incarico per la seconda volta il 5 febbraio. Nella memoria resterà soltanto la bella lettera lasciata dal tecnico nel suo spogliatoio prima di lasciare spazio a Diego Lopez. Ora c’è il Lecce, dove di fatto è ancora una volta un subentrante, con la possibilità però di preparare al meglio qualche aspetto di una stagione ormai alle porte.

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3 anni fa

Ad oggi un allenatore con ben poche esperienze positive ed una certa costanza per l’esonero…

Gianni
Gianni
3 anni fa

Buom Lavoro ?❤️

RosarioBiondonelcuore
RosarioBiondonelcuore
3 anni fa

Nn parlerei di subbentrante visto che deve ancora iniziare il ritiro.
Comunque per un metronomo di centrocampo che va ne arriva un altro con una carriera ed un curriculum di tutto rispetto. Meno eclatante del suo predecessore ma pragmatico ed eccellente professionista, instancabile come il suo predecessore. Speriamo che il suo lato umano e la sua onestà intellettuale sia migliore del suo predecessore….ma nn ci vuole tanto.

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