L’ex attaccante del Lecce di Zeman, oggi direttore tecnico delle giovanili della Feralpisalò, parla a Tmw della quotidianità vissuta in terza serie, tra protocolli da rispettare e casi problematici.
IL RISPETTO DELLE MISURE. “Ci atteniamo ai protocolli in vigore, non è facile, ma con la collaborazione coi team manager e i mister delle varie squadre, ed un po’ di disciplina, si cerca di attingervi il più possibile. Se c’è preoccupazioni tra gli adulti, figuriamoci tra i ragazzi: stanno comunque tenendo uno spirito più competitivo anche perché U15, 17 e 19 hanno già iniziato. Le altre si allenano e basta: non è facile, la situazione è anomala per tutti, e non posso rimproverare nulla loro”.
IL CASO TRAPANI IN C. “Non è possibile una situazione del genere, vista la pandemia non puoi non far affrontare il campionato a una squadra che non ha fatto tamponi né niente. Assurdo. Noi per fortuna abbiamo una proprietà di una certa forza, ma non tutti in Serie C possono permettersi certe spese extra. Vedo dei grossi problemi in tante società, e se rimangono in vigore questi protocolli credo che a gennaio tante società non saranno in grado di fare test e tamponi con questa frequenza. Anche nei gironi non è stato pensato al fatto che spesso ci sarà da fare 600 chilometri di strada”.
DIFFICOLTA’. “Noi qui nella zona poi siamo stati scottati più di tutti tra marzo e aprile, ma il problema è che cambiando le regole, si fa fatica a programmare una stagione per quanto riguarda i campionati nazionali. Si parla di chiudere il calcio, ma non ci si pensa all’indotto di chi vive anche grazie al calcio? E sono anche ristoranti, aziende di produzione dei materiali o trasporti”.