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Lecce, cosa vuoi fare da “grande”? Corini e la ricerca della concretezza da big

A Cosenza un festival dello spreco mai visto prima e le solite imperfezioni difensive hanno vanificato un’ottima prova in costruzione.

Un po’ tutti tra coloro che gravitano attorno all’ambiente giallorosso ieri pomeriggio, al fischio finale di Cosenza-Lecce, hanno avuto a che fare con un forte, fortissimo senso di amarezza per la mancata vittoria. Perché il match del San Vito non è stato solo una bella gara tra due squadre che si sono affrontate a viso aperto, e nemmeno (o non solo) una prova da tenersi stretto per un mister Corini che ha visto i suoi creare come mai prima. Dal punto di vista giallorosso, ieri si è assistito ad un clamoroso, a tratti inaccettabile, festival dello spreco.

Nelle precedenti puntate dell’analisi del lunedì abbiamo sottolineato come, fatta eccezione per Ascoli e tratti dell’esordio con il Pordenone, il collettivo del neo tecnico mancasse ancora di quel carattere necessario a “sopravvivere” in una B così ostica. Ebbene, nella domenica pomeriggio silana si sono visti miglioramenti in tal senso, con un Lecce capace di prendersi il pallino del gioco e cercare con foga l’area avversaria senza bisogno di prima andar sotto. Miglioramenti vanificati da una mancanza di cinismo disarmante.

Al netto di uno strepitoso Falcone, che comunque non ha fatto altro che il suo lavoro, Coda e compagni hanno davvero sprecato l’impossibile. Tolto un gol anche fortunoso per come ha portato il 9 di Corini ad appoggiare in rete, sono state sprecate la bellezza di 10 nitidissime occasioni. Tra cui tre rigori in movimento e addirittura una da fermo. E no, non si tratta di gettare la croce addosso ad un singolo per una giornata storta. Qui si deve lavorare per una concretezza che sino ad oggi non si è vista, o almeno non nel formato big quale, stipendi e nomi alla mano, è il Lecce.

Al poco cinismo offensivo, che ha portato a non sfruttare le praterie che la rivedibile fase di contenimento cosentina ha concesso, si aggiunge anche una ancora non ritrovata efficacia difensiva. Il Lecce in campo non è messo male, ma manca di quella solidità che consenta di non soffrire così tanto (Brescia, Cremo e Cosenza hanno sommato obbiettivamente troppe palle gol per le rispettive qualità) le altrui offensive. Invece, quasi come i giallorossi, anche il Cosenza è parso poter colpire quasi ad ogni attacco. E le ripetute prodezze di Gabriel (anche qui si sfiora la doppia cifra!) parlano chiaro.

Va detto: il tempo, la fiducia di club e ambiente e i mezzi sono dalla parte di Corini. E non dimentichiamo che non è scritto da nessuna parte che il Lecce è costretto a vincere. Se però non si trova quanto prima la giusta mentalità, il rischio è di non poter sfruttare appieno le proprie potenzialità in una stagione che si preannuncia difficile. Ma che, per le qualità dei salentini, non può non vedere il Lecce tra le protagoniste nella parte alta della classifica.

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3 anni fa

Più rivedo come ha calciato il rigore Coda, più mi incazzo

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3 anni fa

Rigore da ripetere, troppi calciatori in area, poi incredibile sbaglio del polacco sotto porta! Comunque ci vorrebbe un centrocampo a trazione integrale

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3 anni fa

Corini come allenatore non c’entra niente con il calcio

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3 anni fa

concordo pienamente

Pippo
Pippo
3 anni fa

Senza fare processi alla difesa esaminiamo: Adjapong è più un cursore di fascia e lascia la zona dx incustodita ( ma non è un terzino), Calderoni è fuori forma e non è mai stato brillante in fase di chiusura, Lucioni sta invecchiando e 1-2 puttanate a partita comincia a farle, Meccariello è meglio che giochi in serie C.
E allora questa è la difesa che non dovrebbe prendere tanti gol anche in B ?

Direttore1982
Direttore1982
3 anni fa

Il grosso problema rimane il centrocampo e non la difesa!! Tachisdis non è adeguatamente supportato e non al massimo della condizione non può reggere da solo con un Majer scandaloso ?.. A sto punto metterei un secondo centrale accanto al greco e giocare con un 4231??

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