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QdP – Sticchi: “Senza le sviste arbitrali ed alcuni errori sotto porta avremmo vinto tutte e tre ultime gare”

Il presidente giallorosso parla a Il Quotidiano di Puglia (intervista di Antonio Imperiale) a tutto tondo del mondo Lecce: dalla vittoria di Chiavari, ai parallelismi tra Liverani/Corini e Meluso/Corvino, senza dimenticare l’attuale emergenza sanitaria. Questa è la seconda parte dell’intervista: qui la prima parte.

GRIGLIA SERIE A? «È assolutamente presto per parlare di griglie. Il Lecce ha trovato la quadratura con il 4-3-1-2 a partire da Cosenza. Senza le sviste arbitrali ed alcuni errori sotto porta avremmo vinto tutte e tre ultime gare. Il direttore Corvino ha fatto un lavoro importante. I nuovi arrivati hanno tutti una collocazione precisa nel contesto tattico. Un titolo di merito per Corvino, per i calciatori, per mister Corini».

STESSI PUNTI DI LIVERANI IN B. «Allora si giocava sull’entusiasmo della promozione, quest’anno si acuisce il contraccolpo della retrocessione. I punti di quest’anno non sono davvero pochi, perché raccolti in un contesto non semplice».

CONFRONTO LIVERANI-CORINI. «Liverani rimane nella storia del Lecce, una storia che poteva finire meglio, mi aspettavo un epilogo differente, ma non ci voglio tornare su. Corini è una persona seria, trasparente, credibile, equilibrata, lavora in silenzio. Sta nascendo una bella affinità».

CORVINO-MELUSO. «Due storie diverse e due ruoli diversi. Meluso ha compiuto con noi un percorso avvincente con due storiche promozioni consecutive ed una retrocessione dolorosa maturata all’ultima giornata, è uscito di scena in punta di piedi e con signorilità. Un ciclo a cui sono legato e che ricorderò sempre con affetto. Corvino è un altro tipo di figura. Non è solo un diesse, è il responsabile dell’intera area tecnica, l’acquisto e la cessione dei calciatori è solo uno degli aspetti del suo impegno. Ha un’attenzione maniacale per lo staff tecnico e per quello sanitario, manager a tutto campo, attento alle strutture, ad ogni aspetto organizzativo. Con le sue competenze è la persona giusta per patrimonializzare il club, a prescindere dal risultato sportivo, almeno nell’immediato. Per me è un orgoglio vederlo lavorare 12 ore al giorno tra sorrisi e arrabbiature improvvise».

REPARTI DELLA SQUADRA. «Mi pare una squadra, completa, per alcuni versi abbondante».

“IL CALCIO E’ UN LINGUAGGIO”, SCRIVEVA PASOLINI. «Le parole di Pasolini sono ancora attuali. In questo momento così difficile e incerto, il calcio è un utile strumento di distrazione, con lo sguardo comunque attento ad una quotidianità difficile, dalla quale speriamo di uscirne al più presto».

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